Mostra di fumetti “GARAGE COMIX” di Zerocalcare
"We are a garage band, we come from garageland" cantavano i Clash, rivendicando lo spirito e la passione di intere generazioni di "kids" che trovavano, in quel punk strimpellato tra le quattro mura di un garage o di una cantina, il solo mezzo per esprimersi, lontani dalle logiche di mercato. Garagecomix, fumetti garage, è il titolo della mostra ma è anche l'unica etichetta possibile per i lavori esposti: fumetti, poster e illustrazioni che parlano di sogni, rancori e lotte nelle metropoli globali, con una sola parola d'ordine: riproducibilità. Non tele pesanti, colori che devono asciugare, pezzi originali da custodire sotto teca, ma supporti agili, capaci di viaggiare alla velocità di un'email e di essere riprodotti, in casa e da chiunque, senza chiedere permessi o autorizzazioni, nel tempo di una stampata o di una fotocopia, per finire attacchinati sui muri di qualche squat europeo, sui blog sparsi nella rete o tra le pagine di qualche fanzine della provincia più sperduta.
GIOV 9 H.21,30 INAUGURAZIONE CON
HIP HOP/TURNTABLISM DJ SET
DJ FUZZTEN(JUNGLABEAT)
Di
AliCè (Alice Pasquini) , pittrice e illustratrice romana, si
apprezzano da anni i ritratti, soprattutto quelli di donne forti e
indipendenti.
InsideOut,
in primo piano, ci sono le relazioni umane,
la rappresentazione dei sentimenti, il manifestarsi del pensiero sui volti,
da dentro a fuori appunto.
Protagoniste
assolute le avventurose eroine del nostro tempo che vivono la perdita,
la solitudine, la forza, e la vulnerabilità come una scoperta.
Individui
dentro paesaggi desolati, dagli orizzonti lontani dove l'occhio può
perdersi, oppure in dimensioni rarefatte, senza alcun riferimento
spaziale, sfondi monocromi buoni per galleggiare o come trampolini per
rompere la soglia del pittorico.
Attraverso l'uso di molteplici
punti di vista, con tagli fotografici talvolta acrobatici questi
dipinti intimi raccordano la dimensione dell'osservato e
dell'osservatore, sono chiavi per aprire a modo loro il divisorio del
fare e del quotidiano.
Quando Manuel De Carli mi ha contattato per scrivere la presentazione di questa
esposizione, ho accettato subito e molto volentieri.
Conosco Manuel da anni
ed apprezzo il suo lavoro ma, soprattutto, ammiro il suo essere uomo libero,
curioso viaggiatore per le strade delle emozioni e instancabile costruttore di
mondi creativi.
Ci siamo perciò lasciati con un appuntamento ed un titolo,
scelti da lui.
Le Immagini Mute, appunto.
Bene, per una settimana
sono rimasto a guardare il cursore lampeggiare a fianco di questo titolo, non
riuscendo a scrivere nemmeno una Q.
E sì, perché per il mio modo di
intendere, le immagini di Manuel raccontano di passaggi segreti nel mondo dei
sentimenti, con la semplicità con la quale da ragazzini spiegavamo, all’amico
del cuore, l’ubicazione del nostro nascondiglio sull’albero, e forse, proprio
per questo, parlano chiaro.
Poi io trovo, nelle sue illustrazioni, una forte
musicalità nel ritmo sequenziale, una forma descrittiva esplicita ed una
manifesta propensione alla bellezza del dettaglio.
Insomma, “Le Immagini
Mute” un cazzo, perché tutto, nei lavori di Manuel De Carli, mi parla
direttamente al cuore.
Forse questo titolo può andar bene per chi non lo
conosce, e vede le sue illustrazioni senza sapere che hanno origine nei panorami
naturali della sua bellissima terra natale, dove il lessico è formato dalla
forza della montagna, dalla nitidezza di quel cielo immenso, dal grandioso
tratteggio degli alberi che la
circonda, dal magico riflesso della Valle dei
Laghi.
O forse, ancora, è un desiderio recondito di Manuel, (e lo confesso,
anche il mio) che vorrebbe esprimersi solo attraverso l’uso delle immagini,
rompendo la classica gabbia del fumetto tradizionale, uscendo dai soliti schemi
del racconto che inizia con il titolo e termina con la parola fine (che infatti
Manuel non mette mai).
Ma questo, oggi, non mi è concesso di
sapere.
Però, se un giorno avrete mai la fortuna di assistere, come è
capitato a me, al miracolo della creazione che nasce quando Manuel disegna dal
vero, capirete, senza il bisogno di parole.
Oppure no, ma questo dipende da
voi.
In fondo, la bellezza è negli occhi di chi guarda.
(Testo di
Roberto Arcuri http://jazzfromitaly.splinder.com/)
Mostra collettiva di fumetti/illustrazione “PEZZI” (http://pezzi1.blogspot.com )
di Andrea Bruno, Davide Catania, Salvo D’agostino, Edoardo De Falchi, Daniel Egneus, Nicoz (Nicoletta Zanchi), Onze (Stefano Centonze), Paper Resistance (Sandro Micheli) e Emanuele Brighelli, Maurizio Ribichini, Alessio Spataro, David Vecchiato.
.
Il rapporto tra parola e immagine e le infinite possibilità comunicative che ne scaturiscono è alla base di questo progetto espositivo che vede la parola scritta, la parola narrante, interagire con l'immagine in un contesto che non è più quello della carta stampata, ma quello di una sala espositiva.
I termini, i confini, di questo progetto sono nella ‘regola’ che gli autori si sono dati: raccontare con un disegno ed un testo breve, un momento, un attimo vissuto o solo pensato. Una ‘regola’ che impone loro di raccontare non una storia, come sono abituati a fare, ma un frammento di questa, un pezzo di storia. Il momento descritto non ha un ‘prima’ e un ‘dopo’, ci si trova direttamente nel mentre, nel tempo veloce dell’accadere, in quell’attimo perso che sta tra percezione e già memoria. Come un racconto sospeso.
Una piccola rivoluzione nel racconto per immagini dove quello che viene mostrato e raccontato è pur sempre una sequenza di accadimenti , qui invece è solo un frame selezionato e staccato dal resto della pellicola. Un Pezzo. Un pezzo come una parte del tutto.
Pezzi è il ricordo scritto a bordo agenda, è l'emozione difficile da descrivere, è lo scarabocchio mentale difficile da mettere a fuoco, è lo spunto per una storia che sfugge, è un momento congelato nella memoria.
E’ così che Pezzi ci parla della velocità e dell'intensità di un attimo, restituendogli la dignità d'esser stato vissuto.
Pezzi, in questo senso, diventa un contenitore di storie. O frammenti di queste.
““A volte capita che qualcosa mi attiri e che un ronzio di mosca sia l’unico
suono percepibile. A volte capita di stare in silenzio immerso in quel qualcosa
e che il tempo si fermi come un sasso rotolato. A volte capita di ritrovarsi in
una stanza solo con una matita ed un foglio di carta bianca. Quando tutto questo
capita colori e linee si ritrovano armoniosamente come vecchi amici ritrovati
mentre di fondo il bianco sospira.”
.
"Pain au chocolat" - Alessandra Fusi
“Colori delicati, toni in-volontariamente inquietanti evocano fantasmi circensi
felliniani che invadono la realtà pur non facendone parte: lasciatevi andare al
suono della musica immaginaria che accompagna queste illustrazioni, tra essenze
di zucchero filato, risa lontane ed iscrizioni che recitano messaggi in una
lingua misteriosa o più semplicemente non-sense…”
(Tratto da: Tattoo
Dimension #10)
{tag Esposizioni} {tag Alessandra Fusi} {tag illustrazioni} {tag Pain au chocolat}
Mostra di pittura “ICONS” di Gaetano Leonardi
«Il mito è uno strumento di trasposizione della realtà, il mito e' spiegazione di un rito, di un atto formale che corrisponde a esigenze della tribù, il mito e' struttura delle credenze di un gruppo. Oggi il mito si evolve, muta, divenendo icona, icona commerciale, sexy e nello stesso tempo divoratrice di uomini, plasmatrice di luoghi comuni del pensiero. Nell'ultimo decennio l'arte si beffa della socio-cultura attraverso la raffigurazione delle nuove icone.
La scelta e il richiamo ai "super-eroi", il mito antico letto attraverso la chiave moderna degli ultimi 50 anni, non deriva da un fattore estetico bensì dalla volontà di rappresentazione della vacuità dello status symbol. Una iconografia lasciva, lussuriosa, audace si abbraccia agli eroi attuali generando lo scontro etico tra il mito classico e contemporaneo.»
{tag Esposizioni} {tag Gaetano Leonardi} {tag pittura} {tag icons}
Mostra di vignette satiriche “PANDALIKES” di Giacomo “Keison” Bevilacqua
"A PANDA PIACE” nasce una fredda e piovosa notte di Maggio dalla mia esigenza di raccontare e raccontarmi.
E' l'animale bianco e nero per eccellenza, vive in una vignetta di qualche centimetro quadrato e, in questa, crea e disfa interi mondi, proprio come faccio io nel mio studio.
Agisce spinto da tutto ciò che mi succede dentro ed intorno.
Dice come stanno le cose, o te le nasconde come fossero il più torbido dei segreti.
In lui c'è tanta spensieratezza quanta saggezza.
Tanta infanzia quanta maturità. Tanta felicità quanta malinconia.
In lui c'è tanto bianco quanto nero.
Vive qui: www.pandalikes.com , andatelo a trovare. Ne sarà felice
{tag Esposizioni} {tag Giacomo Bevilacqua} {tag vignette} {tag pandalikes}
10 illustrazioni, 10 suggestioni, 10 universi creati dal giovane artista Simone Rea.
{tag Esposizioni} {tag Simone Rea} {tag 10}
La Défense non è solo un quartiere periferico di Parigi. Per molti francesi è da sempre un luogo poco amato e contestato. Per un urbanista è un importante snodo della viabilità cittadina, 310.000 metri quadrati di superficie impermeabile e 110.000 permeabile, 3 milioni di metri quadrati di uffici con 150.000 impiegati e 30.000 residenti, 60 opere d'arte.
La selezione fotografica nasce dalla curiosità di comprendere le relazioni tra questi elementi, con particolare attenzione all'interazione tra lo spazio e i suoi fruitori. Capire dove e come l'architettura condiziona la società, e dove la società ha progettato strutture a sua misura e somiglianza. Si enfatizzano edifici, elementi e particolari di una superficie viva, caratterizzata da una compenetrazione di volumi chiusi e aperti, in comunicazione con l'esterno, che danno forma a un quartiere che nessuna lezione accademica o set fotografico riuscirà a descrivere nei suoi innumerevoli riflessi.
Le fotografie sono stampate con una tecnica particolare su lastre metalliche.
{tag Esposizioni} {tag Damiano Cerrone} {tag Fotografie} {tag La Defense}