20081214_Cinestesie_thumb.jpg“Le cose che possiedi, alla fine ti possiedono!” questo è il tema dominante di Fight club. Il film presenta una società dove il comfort è l’unità di misura di un uomo che è schiavo dei beni materiali. Il fight club non è come la boxe, dove si perde o si vince. I membri del fight club combattono una “guerra spirituale” che ha uno scopo “rivoluzionario”: la riscoperta della forza vitale umana, annichilita dai Diktate della società contemporanea. Il fight club non è neanche un’elite di “prescelti”: “Tu non sei speciale! Tu sei solo la canticchiante e danzante merda dell’universo” continua a ripetere Durden ai suoi “discepoli”. Nonostante il fight club possa sembrare un’attività violenta, non lo è.

 

 

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Rassegna: Evoluzione  e rivoluzioni; conflitti sociali e politici del mondo moderno
Proiezione: “ 68 l’utopia della realtà “
Regia : F.Vincentini Orgnani   - Italia (2006) - 90'

Info: documentaria (chiocciola) fusolab.net

Un punto di rottura con il passato, le radici di molte discussioni ancora aperte.  Partendo dall’America e dalla beat generation, il racconto delle pulsioni, dei sogni di libertà e di emancipazione, delle trasformazioni socio culturali innescate dalle lotte studentesche ed  operaie, di una stagione destinata ad incidere in maniera profonda nella politica, nel costume e nella società del bel paese .

{tag 68} {tag utopia {tag Documentaria} {tag F.Vincentini Orgnani}

20081207_cinestesie_thumb.jpgVenuto in possesso di strani occhiali neri, un operaio disoccupato di Los Angeles scopre che molti esseri umani sono, in realtà, extraterrestri che cercano di condizionare l'umanità con messaggi subliminali. Aiutato da un compagno nero, affronta gli invasori. Ritornato al basso costo, Carpenter fa il suo film fantastico più scopertamente politico, impregnato di succhi libertari. Contrariamente ai film di SF degli anni '50, gli alieni non sono più comunisti, ma yuppies reaganiani, liberali e affaristi. E la riscossa viene dalla classe operaia.

 

 

_Zabriskie point_ (Michelangelo Antonioni, 1970, 110', USA)

Nella cosiddetta Valle della Morte s'incrociano i destini di due ragazzi, quello di Mark, giovane in fuga con un aereo rubato dopo una rivolta studentesca a L.A., e quello di Daria, segretaria di un appaltatore che sta raggiungendo a Phoenix a bordo della sua auto...
Fuga, scelta individuale, amore, consumismo e morte. I temi cari ad Antonioni sono tutti miscelati con perfetto dosaggio in Zabriskie point, manifesto di un'utopica sconfitta della società dei consumi.

 

 {tag Cinestesie} {tag Zabriskie Point} {tag Antonioni} {tag Le cose che possiedi alla fine ti possiedono}

20081115_MisteroBuffo_thumb.jpg"La satira è un'espressione liberatoria nata in conseguenza di pressioni,  di dolore, di prevaricazione.  E' un rifiuto di certe regole.    Se tu attraverso la satira  non fai capire il significato opposto delle banalità, dell'ovvio, dell'ipocrisia, della violenza che ogni potere esprime sui minori, ebbene , il tuo ridere è vuoto.    E' solo lo sghignazzo ventrale e non quello dello stomaco e dei polmoni"

 

 

 

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20081128_BiutifulCauntri_thumb.jpgNapule è nu sole amaro, Napule è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa", tranne Raffaele Del Giudice, un educatore ambientale resistente, che proprio non ci sta a guardare i rifiuti divorare la sua terra e le polveri di amianto saturare il suo cielo. A venticinque chilometri da Napoli, nei comuni di Giuliano, Qualiano, Acerra e Villaricca, il gregge pascola prima di essere abbattuto e gli agnelli, uccisi dalla diossina, si decompongono come fiori sui prati. L'eco-mafia, che produce più morti di una qualsiasi altra attività criminale, non è un espediente narrativo e Raffaele Del Giudice non è un attore.
Biùtifil cauntri, il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero, è materiale più reale del reale, è un grande storia di impegno civile sostenuta da una poetica originale, che serve a raccontare un territorio umano e geografico lasciato a se stesso. 

{tag Biutiful Cauntri} {tag Rifiuti} {tag Documentaria} {tag Esmeralda Calabria} {tag Andrea D'Ambrosio} {tag Peppe Ruggero}

Rob Gordon, proprietario a Chicago del Championship Vinyl, anomalo negozio di dischi pop, è scaricato dall'amata Laura. L'abbandono lo porta a un bilancio dei suoi fallimenti sentimentali, e a crescere. Dal romanzo (1995) di Nick Hornby, ambientato a Londra Nord, raccontato in 1° persona, sceneggiato in quattro tra cui J. Cusack, anche coproduttore. Strutturata su monologhi spiritosi e un po' autolesionistici, detti dal protagonista guardando in macchina, l'aguzza e garbata commedia si sviluppa a 2 livelli: il negozio con i due maniacali amici-commessi (il calvo Louiso e il frenetico Black) e la sfilata, in flashback o al presente, delle Top Five, le cinque fanciulle che, secondo lui, gli hanno spezzato il cuore. Il film appartiene forse a Cusack, a Hornby e agli sceneggiatori più che a Frears che, però, contribuisce con la direzione degli attori, l'intelligenza dei tempi narrativi, l'attenzione ai particolari. Breve comparsa di Bruce Springsteen e cammeo di T. Robbins capellone. Musiche di Howard Shore e frammenti di 59 canzoni

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Mercoledì, 08 Aprile 2009 01:52

Detour chiude!

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Dopo 12 anni, Detour chiude. E non per nostra volontà.

Il cineclub è più vivo che mai, il calendario delle proiezioni è pieno fino a giugno e tante, tantissime sono le realtà culturali e sociali che fanno riferimento alla nostra sala per svolgere le proprie attività.
 
Detour chiude perché Il contratto di affitto è scaduto e dobbiamo lasciare i locali di Via Urbana 47/a.

A chi ci ha suggerito di occupare locali o ex cinema in disuso, o di “Farci degli amici in alto” abbiamo risposto che non è nel nostro modo di vedere le cose. In tutti questi anni abbiamo regolarmente pagato l’affitto e abbiamo tenuto i partiti fuori dalla porta convinti che questi non debbano interferire con le nostre scelte o strumentalizzare le nostre iniziative.

Siamo, ancora fino al 31 Agosto, uno dei pochi, se non il solo cinema del centro storico, che organizza con cadenza settimanale iniziative accessibili a persone diversamente abili e proiezioni commentate per non vedenti. Siamo forse l’unica realtà del centro storico che usa il cinema come strumento di integrazione sociale. Senza contare il fatto che la nostra sala, in tutti questi anni, ha dato spazio a centinaia di giovani autori indipendenti e ad opere che diversamente non avrebbero potuto avere alcuna visibilità.

Nonostante ciò, siamo costretti alla chiusura.

La prospettiva di riaprire in un altro locale non ci spaventa.

Avevamo già individuato delle possibili alternative ed eravamo pronti a spostarci, ma non siamo ancora arrivati ad un accordo con il locatario in merito all’indennità di avviamento dovuta, somma indispensabile per iniziare i lavori di ristrutturazione nella nuova destinazione.

Quello che chiediamo a tutti voi, è di sollecitare un aiuto da parte delle istituzioni.
Abbiamo bisogno di far sapere al Municipio I, al Comune, alla Provincia e alla Regione che Detour è una realtà necessaria.


Vi chiediamo di scriverci e di manifestare il vostro interesse e sostegno per il Detour. (niente di impegnativo, solo poche righe all’email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. indicando i vostri dati e la vostra professione).

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FUSOLAB e Street Art

Vernice di chiusura + Presentazione

Domenica 25 marzo, ore 19

“1 + 7” >7 + 1 remix&xpo<

Finissage e remix della mostra di Street Art di omino71

e

“Street art. La rivoluzione nelle strade”

Presentazione del libro di Ennio Ciotta (Bepress, 2011)

a cura del Laboratorio Creativo Fusolab


Omino71 chiude il cerchio.

Il suo viaggio espositivo è iniziato a gennaio con l’anteprima “+1”, installazione di poPster art al Lanificio159.

A febbraio è stata poi la volta di “7+1” expoPsition, che ha visto lo street artist capitolino protagonista di una personale al Fusolab.

Quindi il 2 marzo “40+1” solo poPster expo, allestimento site specific al Rising Love.

Infine “1 + 7” > 7 + 1 remix&xpo<, finissage e remix di “7+1”expoPosition, domenica 25 marzo dalle ore 19 ancora una volta al Fusolab, il Laboratorio Creativo di Via Pitacco.

Ma un finissage fine a se stesso ad un artista irrequieto come omino71 non poteva che stare stretto, e così “1 + 7” >7 + 1 remix&xpo< sarà una vera e propria nuova inaugurazione, o meglio “vernice di chiusura” come l’artista l’ha definita chiedendosi, e chiedendoci: “Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia?”.

Del suo predecessore espositivo “1+7” conserva infatti solo il concept: nuove saranno le 7 opere esposte, ciascuna ancora una volta creata a partire da un oggetto non convenzionale, che sia una giacca o uno skate, un vinile o una bomboletta spray.

E di ogni pezzo si potrà ammirare l’alter ego, l’opera – gemella per soggetto, effimera per vocazione – realizzata dall’artista per le strade di Roma e raccontata dagli scatti della fotografa Jessica Stewart.

Infine il “+1”, l’ospite oversize, un poster 4 metri per 3 dipinto a mano su carta velina in unico esemplare, un’installazione di arte pop(olare) da guardare a testa in su, ribaltando metaforicamente il punto di vista dell’osservatore.

La serata proseguirà con la presentazione di Street art - La rivoluzione nelle strade, il libro di Ennio Ciotta edito da Bepress che riporta interviste esclusive ai protagonisti della scena italiana: Omino 71, Lex & Sten, Morkone, Ozmo, Gec Art, Il Korvo, Lucamaleonte, Martin, Run, Yap Willy, Chekos’art.

Con la street art l’arte scende in strada, trasformando gli angoli della nostra quotidianità in beni comuni dal tono familiare e accattivante. Le città si aprono e si trasformano in vetrine dalle possibilità illimitate. La strada è viva. La rivoluzione parte dalla tecnica, ora veloce, strappata e piena di adrenalina, indispensabile per comunicare messaggi chiari e indelebili. Messaggi che dai muri entrano nel cervello e nel cuore. Una vera e propria rivoluzione raccontata dai protagonisti della scena italiana attraverso dialoghi, racconti e immagini. Ennio Ciotta analizza e fotografa questa urgenza artistica, sociale, culturale e antropologica in maniera lucida e disincantata. Street art: la strada e l’arte sono di tutti.

 

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Inaugurazione Mostra di fumetti

“ARMADIL- LUNEDI’”

a cura del Laboratorio Creativo Fusolab

 

Venerdì 16 marzo 2012 presso il Laboratorio Creativo Fusolab sarà inaugurata “Armadil-lunedì”, mostra dei fumetti del talento capitolino noto all’universo mondo come Zerocalcare.

L’esposizione presenterà il duplice volto del nostro eroe: da un lato alcune delle sue ormai seguitissime strisce del lunedì (non raccontateci che non conoscete il suo blog!) e dall’altro una serie di tavole tratte da "La profezia dell’armadillo", primo e già introvabile albo edito dall’eclettico Makkox, che lo aveva ospitato nel suo celebre Canemucco.

In occasione del vernissage sarà presentato anche il secondo volume di ANTIFA!nzine, a cura di Corto Comix Crew, che ospita tra le sue pagine, accanto alle storie a fumetti di Zerocalcare, anche quelle di Toni Bruno, Alex Tirana, Gianluca Romano e Claudio Calia, un racconto di Roberto Mandracchia illustrato da La Tram, un’intervista a Simone Lucciola a cura di Emiliano Rabuiti, l'angolo di Alessio Spataro, e tanto altro ancora!

Non vi resta che venire a trovarci, per godervi fino all’ultima pagina! 

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Raccontare Zerocalcare è sempre difficile, per capirlo bisogna leggerlo, e se siete fortunati anche conoscerlo. Per averne un’idea che non tradisca l’originale, facciamoci raccontare qualcosa sul suo lavoro dal diretto interessato.

“Tipo un blog però a fumetti. Una storiella ogni lunedì mattina. Ci si prova. (Lo so che chiunque mi conosce già ride perché a me è la costanza che mi ha sempre fottuto, però se ci riesco significa che sono uscito dall’adolescenza lunga)”.

Inutile dire che le sue esilaranti ministorie, capaci di esorcizzare le nostre più inconfessabili paure, risollevano l’umore di un numero sempre crescente di proseliti, ai quali Zerocalcare dà la forza per affrontare con il sorriso il tanto temuto principio di settimana.

Accanto alle strisce del blog, non potevano però mancare in mostra quelle perle di umorismo, talvolta venato di malcelata malinconia, che ci ha regalato con “La profezia dell’armadillo”, grande successo editoriale partorito grazie alla lungimiranza del mitico Makkox.

"Si chiama profezia dell'armadillo qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli, amen."

Ed è proprio a Makkox che lasciamo presentare questa fatica.

"Genio. Zerocalcare è genio stellare.

Gravità invincibile, a meno di non spedirlo in un'altra galassia. L'unica è arrendersi, ma non è una scelta: è così e basta. Alla fine lo ami. Lo ami che dopo aver letto le sue 136 tavole vuoi essere suo amico, che lo vai a trovare a casa col sacco a pelo, che quando l'incontri per strada lo saluti e lui ti saluta perché ti conosce, perché t'è Amico Tuo e dietro di lui vedi anche l'armadillo e saluti anche l'armadillo, ma questo non ti risponde perché è fatto così e diffida, vede in te una possibile invadente rottura di coglioni."

“La profezia” è una storia lunga 136 tavole e divisa in microstorie distinte eppure legate da un fil rouge che vede il protagonista, irrimediabilmente coincidente con lo stesso Zerocalcare, affrontare in modo comico e ironico, in compagnia del suo amico immaginario, il saggio quanto impietoso Armadillo, le avversità del quotidiano, il tutto condito da romanità, reminiscenze dei compianti anni ‘80 e stile underground.