19/04/09: Indovina chi viene a cena (S.Kramer, 1967)
Una coppia di anziani e agiati americani progressisti vede improvvisamente
vacillare le proprie certezze di fronte all'effervescente figliola, che si
presenta a casa con un nuovo fidanzato, un brillante medico trentacinquenne.
Nulla da eccepire sulla persona, ma l'uomo è un afroamericano; così tra il
razzismo latente nell’animo, anche dei più sensibili, e lo sforzo di riconoscere
le ragioni del cuore, prende piede un classico del cinema democratico
antirazzista degli anni sessanta. Tradizionale commedia americana, pungente nel
dialogo e sorvegliata nella scansione dei colpi di scena. Il film subì aspre
critiche in Europa, dove lo si accusò di rimuovere il problema del razzismo
attraverso la figura di un nero affermato professionista, bello e simpatico ed
un edulcorato e consolatorio ottimismo.
Rassegna:Produzioni low budget; quando bastano le idee
Proiezione: “ L'ora d'amore “
Regia : Andrea Appetito, Christian Carmosino - Italia (2008) - 52'
Sarà presente alla proiezione il regista Christian Carmosino
Info: documentaria (chiocciola) fusolab.net
“...tre vividi racconti di detenuti comuni dalla vita così simile a quella di
chi vive fuori, altrettanto imprigionati dalle convenzioni e dai problemi.
Emerge tanto isolamento e bisogno d'affetto in quei ritratti tanto vicini alla
fiction, figure vivaci e affettuose nell'accettazione di un tempo che si è
fermato ed è scandito dalla burocrazia del carcere”
Silvana Silvestri, Il
Manifesto
Papà... è in viaggio d'affari (Kusturica, 1985, 128’, JUGOSLAVIA)
Sarajevo 1949, dopo la scomunica del Cominform e il distacco da Mosca della repubblica titina: lo stalinismo degli antistalinisti dilaga, e ne fa le spese anche Mesa (M. Manojlovíc), brav'uomo e indefesso puttaniere, rinchiuso senza processo in un campo di lavoro da dove esce nel 1952. In una certa misura la storia è raccontata attraverso gli occhi innocenti di Malik (M. de Bertolli), piccolo sonnambulo e figlio di Mesa. È lui il nucleo poetico di una commedia agrodolce, tenera e crudele, scritta da Abdulah Sidran, bosniaco musulmano come il giovane regista (1954) cui aveva già fornito il libretto di Ti ricordi di Dolly Bell?? (1981). Tira una fresca brezza di neorealismo italiano in questo film che propone una ricca galleria di personaggi simpatici o odiosi e, insieme con la sua grazia umoristica, alcuni momenti di forte suggestione emotiva. Palma d'oro a Cannes
Rassegna : Produzioni low budget , quando bastano le idee.
Giovedì 2 aprile h. 21.30
Proiezione : "Via Selmi 72 - Cinemastation "
di Anthony
Ettorre,Giuseppe Cacace,Mauro Diciocia
Italia - 2008 - 53'
Alla proiezione saranno presenti i registi
del documentario
Cinemastation non era una videoteca come le altre.
Unica alternativa alla
vita di strada, era diventata con gli anni, il luogo dove i ragazzi di Ponte
Mammolo, quartiere della periferia nord-est di Roma, passavano la maggior parte
del loro tempo. Era un luogo che meritava di essere vissuto, un centro di
aggregazione spontaneo in cui tutte le differenze sociali, politiche e
culturali, si annullavano.
Angelo, il proprietario burbero ma buono, era
riuscito a stimolare l'interesse per il cinema e per molto altro… Nel 2006
Cinemastation ha chiuso. A distanza di 2 anni Angelo è tornato in Via Selmi...
Proiezione del film “BENVENUTO MR. PRESIDENT”
1998, Tesanj è una
piccola città della Bosnia devastata dall'intolleranza etnica, dagli atti
criminali e dalla corruzione. All'improvviso, la notizia di un'imminente visita
del presidente americano Bill Clinton lancia la piccola comunità nel tentativo
maldestro di simulare una democrazia fittizia in cui regni la pace e l'armonia
tra gli abitanti del luogo.
22-03-09: La polveriera (G. Paskaljevic, 1998, 102’, Francia/Grecia/Turchia/Macedonia)
"Il fumo uccide", dice un tassista belgradese a un concittadino appena tornato
dall'estero, e continua: "Se mi trovassi a New York non fumerei, ma tanto qui
tutto uccide" Inizia così La polveriera, una delle poche pellicole che si siano
occupate della situazione della Serbia alla fine degli anni 90. Brevi storie,
più o meno violente e concatenate fra loro, tutte di scena a Belgrado, in una
sola metaforica notte che non accenna a terminare. Secchi, taglienti, esplosivi
sono gli incroci furenti de La polveriera, che celebra con sarcasmo il vuoto
pneumatico di una Belgrado satura di profughi, prosciugata dal regime di
Milosevic, dall'embargo, dalle tensioni etniche e politiche, dalla Bosnia, dal
Kosovo e dagli effetti della guerra e dei suoi profittatori. Paskaljevic mette
in scena le eccentriche traiettorie di personaggi sfuggiti ad ogni controllo:
volti ghignanti, ringhiosi o tristi che brindano alla violenza crudele
dell'instabilità a colpi di humour nero. Difficile negare a Paskaljevic (e a
Dejean Bukovski) il dono della profezia. L’esplosione finale (quando un
fiammifero cade sulla benzina versata dai ladri) che conclude il film sul fermo
immagine dell’ultimo colpevole-divenuto-vittima anticipa in modo raggelante gli
orrori del Kossovo e le bombe che di lì a breve sarebbero piovute su
Belgrado.
Rassegna : The Meaning of Style ; sottoculture e controculture degli anni 60
– 80.
Giovedì 19 marzo h. 21.30
American hardcore
di Paul
Rachman
Sono gli anni 80 della prima scena punk hardcore
americana quelli raccontati dal documentario American Hardcore. Un film di Paul
Rachman, tratto dal libro American Punk Hardcore di Steven Blush , sulle
controculture degli anni Ottanta. Veloce, duro, scarno, radicale, da suonare ad
alto volume. Il punk americano come è veramente stato. L’hardcore punk non fu
solo musica, ma una forma di protesta contro il regime conservatore del
presidente americano Ronald Reagan, che qui viene raccontato dalla viva voce dei
componenti delle punk band più importanti e da noti artisti quali Moby e Matthew
Barney. Una scena che fu un vero e proprio pugno in faccia alle multinazionali
della musica e al mainstream. Grazie al DO IT YOURSELF, si diffuse
selvaggiamente in pochi mesi in tutti gli Stati Uniti costituendo il nuovo
underground americano.
CON: BLACK FLAG, MINOR THREAT, DOA, BAD BRAINS, CIRCLE
JERKS, MDC, SSD, CORROSION OF CONFORMITY,SUICIDAL TENDENCIES, FLIPPER, CRO-MAGS,
ADOLESCENTS, 7 SECONDS, MIDDLE CLASS, AGNOSTIC FRONT, MURPHY'S LAW, YOUTH
BRIGADE, GANG GREEN e un contributo di Mungo (Declino) sulla scena hardcore
italiana. Lingua originale . Sub Ita
I protagonisti (R.Altman, 1992, 124’, USA)
Un produttore cinematografico, ossessionato dalle cartoline minatorie di uno
sceneggiatore a cui ha bocciato un copione, lo incontra e per sbaglio lo uccide.
La polizia sospetta di lui. Fin troppo chiara la metafora delle grandi major che
soffocano il talento dei giovani sceneggiatori. Titolo italiano deviante per uno
dei più intelligenti, perfidi e divertenti film hollywoodiani degli anni '90. Il
film è una satira iconoclasta di Hollywood: Altman (the player) vi condensa il
suo impietoso giudizio sulla “fabbrica dei sogni”, diretta da persone che,
incapaci di sognare, hanno soltanto incubi di carriera. È anche un film sui
rapaci e rampanti anni '80 segnati dall’avidità di denaro e di successo, dalla
stupidità arrogante e dall'incompetenza al potere, dall'edonismo più becero. Vi
compaiono velocemente una settantina di attori più o meno famosi, di oggi e di
ieri, nella parte di sé stessi.
"Vecchia America" (titolo originale "Nickelodeon", dal nome delle sale
cinematografiche americane agli inizi del ‘900, con biglietto di ingresso di 5
cents –un nichelino-), è una dichiarazione d'amore per il cinema d'intensità
pari a quella di "Effetto notte" di Truffaut, ma dal contenuto forse ancora più
estremo.
America, anni Dieci: un avvocato finisce casualmente a fare il
regista per uno dei tanti indipendenti che provarono a sfidare il monopolio
all'inizio del secolo; con una troupe sgangherata e attraverso una spassosa
serie di vicissitudini, il protagonista scopre una vera passione, per poi
commuoversi ed inchinarsi, nel finale, di fronte al capolavoro di D.W. Griffith
"The Clansman", poi ribattezzato "Nascita di una nazione".
Ma il messaggio
importante arriva alla fine dal burbero produttore: "Se sei uno veramente bravo,
allora i tuoi film sapranno sempre parlare alla gente": è l’avvento del cinema
narrativo. Mascherini d'epoca, citazioni, omaggi visivi, i Lumière, Chaplin,
Keaton, e naturalmente Griffith, padre del montaggio analitico e fautore della
svolta narrativa nel cinema.
Rassegna : The Meaning of Style ; sottoculture e controculture degli anni 60
– 80.
Giovedì 5 marzo h.
21.30
Skinhead attitude
di Daniel Schweizer
Documentario che ripercorre i 40 anni del movimento redskin, sotto la guida del
regista Daniel Schweizer e della skingirl Karole. Dalla Jamaica e da musicisti
come Laurel Aitken, Bad Manners, Judge Dread all the way to Skarface, Stage
Bottles e Scrappy,il film fornisce un'esaustiva panoramica sul movimento,
compresa l'influenza che ha avuto su gruppi punk come gli Sham 69, e le riprese
del concerto della band redskin per eccellenza, i Los Fastidios.
Una
spiegazione completa della nascita del movimento skinhead non fascista, nato
come risposta ai gruppi di destra che negli anni '80 stavano distruggendo la
scena di New York tramite aggressioni fisiche e boicottaggi dei concerti: fu
così che nacque la S.H.A.R.P. (SkinHeads Against Racial Prejudice) su iniziativa
di alcuni skins, che decisero di unirsi in nome dell'amore per la propria
cultura e dell'odio per il razzismo. L'obiettivo di questo film è cambiare la
percezione collettiva, alimentata dalla stampa sensazionalistica, degli
skinhead, tramite anche interviste a Roddy Moreno, fondatore della S.H.A.R.P., e
Jimmy Pursey.
A partire dall’evoluzione più recente del movimento, il film si
interroga sulla trasformazione e sulla radicalizzazione della subcultura
skinhead. Da Londra a Berlino, passando per Helsingborg, Dallas, Las Vegas e
Montreal, gli skinheads si sono strutturati come un movimento giovanile dai
tratti ribelli, violenti, spesso estremisti, fino a divenire uno dei movimenti
di strada più temuto. I media parlano spesso di loro, ma chi sono in realtà?
Riflessione cinematografica sul senso dell’appartenenza a un gruppo.
Lingua
originale . Sub Ita.