21-02-10: Blade Runner (Ridley Scott 1982, 117 minuti)
Rick Deckard, poliziotto-killer poco amante dei suoi stessi simili, si muove su di una Terra post-apocalittica, battuta perennemente da piogge radioattive. Il suo compito è eliminare androidi ribellati al sistema che li rende schiavi. Ma Deckard è un uomo disilluso, stanco di sopprimere creature viventi a sangue freddo, creature che forse sente più simili a sè degli stessi umani, con la loro voglia di sopravvivere e con la loro scarsa empatia. E' però chiamato a compiere il suo lavoro e a scontrarsi con l'ultima generazione di androidi, i Nexus 6: forti, intelligenti, agili, i Nexus 6 mal tollerano la loro condizione di sfruttati.. Liberamente ispirato al romanzo di P. Dick Do Androids Dream of Electric Sheep?, precursore del filone cyberpunk, con la pellicola di Scott il genere science-fiction subisce alcune profonde innovazioni stilistiche (l’ambientazione caotica e claustrofobica dello spazio urbano, le musiche evocative di Vangelis, le forti suggestioni visive) e tematiche (l’aspetto filosofico nella dialettica tra la natura umana e l’androide, identità e alterità, il tema dell’incomunicabilità) che renderanno il film un cult-movie del cinema di fantascienza.
Al centro di una incolta regione industriale esiste una
misteriosa Zona, di accesso proibito dalle autorità, dove molti anni prima
precipitò un meteorite – o un'astronave? – sprigionandovi una potenza magica,
capace di esaudire i desideri di chi riesce ad arrivarvi. Guidati da uno
“stalker”, uno scrittore e uno scienziato penetrano nella zona proibita. Durante
l’avventuroso viaggio emergono particolari inquietanti sulle caratteristiche di
ciascuno e della Zona stessa. La Zona è insidiosa, numerosi sono i trabocchetti
mortali e via via che il film procede essa assume caratteristiche simili al
funzionamento dell’inconscio... Liberamente ispirato al racconto lungo Picnic
sul ciglio della strada (1971) dei fratelli Arkadij N. e Boris N. Strugackij,
scrittori di fantascienza, il 5° film di A. Tarkovskij, e l'ultimo che girò
nell'URSS, è, nella sua enigmatica compattezza, un'opera affascinante: arcana,
poetica, crudele, fa del mistero di un luogo un’estetica dell’inconscio
In un lontano futuro, una potente colonia di esseri immortali domina la comunità
con l'aiuto di violenti Sterminatori. Il titolo della pellicola, Zardoz, deriva
dal celebre libro di favole di Frank L. Baum del 1900 "The Wonderful WiZARD of
OZ" e la storia - ambientata nell'anno 2293 - è un misto di fantascienza
filosofica e cerebrale. Il film è incentrato sul personaggio di Zed (Sean
Connery), sterminatore che si trova improvvisamente proiettato in un Vortice,
spinto da motivazioni misteriose. Zed è un elemento esterno, perturbante, dotato
di una carica distruttiva in grado di far crollare il fragile equilibrio su cui
si basa la società degli immortali, un mondo ormai cristallizzato e senza
prospettive di sviluppo. Cult-movie girato con mezzi modesti, Zardoz risente
molto (visivamente) dell’influsso della psichedelia e fluttua tra la tematiche
del primitivismo post-apocalittico e della distopia (il rovesciamento da incubo
dell’utopia), caratteristiche della fantascienza del Novecento.
Proiezione "VIDEOCRACY, BASTA APPARIRE"
di Erik Gandini (Svezia - 2009 - 85')
Un documentario che, a partire dalla trasmissione di uno strip casalingo di una delle prime televisioni private, affronta il tema del potere della televisione in Italia grazie a materiale di repertorio, a interviste esclusive a Lele Mora e a Fabrizio Corona e alla storia di un giovanotto fortemente intenzionato a diventare il Van Damme cantante della televisione.
Un mondo misterioso e atemporale, una mistica maledizione, una battaglia epica:
Princess Mononoke è una storia di valori, di magia, di crescita. Afuckaka,
principe di un villaggio orientale, si trova a difendere i suoi concittadini
dall'improvviso attacco di un demone con le sembianze di un cinghiale. Afuckaka
ha la meglio, ma rimane ferito ad un braccio ed è costretto a portare la
terribile maledizione d'odio trasmessa dallo spirito dell'avversario che prima o
poi lo condurrà alla morte. Il principe parte allora verso ovest, per cercare le
cause dell'attacco e della maledizione e arriva nella Foresta del Grande Dio
Cervo, dove è in atto una guerra fra gli umani, cercatori di ferro, e gli
spiriti della natura che assumono forme animali. Insieme a questi ultimi
combatte anche una ragazza cresciuta dai Mononoke, gli spiriti-lupi: San. Tra i
temi del film spicca l'attenzione all'ambiente, le difficoltà dell'uomo in un
epoca di cambiamenti, il rapporto tra progresso e natura e il ruolo centrale de
i personaggi femminili nella storia
Porco rosso (v.o. con sottotitoli in italiano,
H. Miyazaki, 1992)
Nell’Italia degli anni Trenta, Porco rosso, un aviatore dalle misteriose
sembianze suine, vive sulle sponde dell'Adriatico, pilotando il suo Savoia S.21
ed ingaggiando duelli aerei con una banda di pirati. Nonostante l'aspetto
ripugnante Porco Rosso riesce anche a far breccia nel cuore di due donne: la
bella Gina e la giovane Fio. Amore, umorismo, scene di volo spettacolari ed un
pizzico di nonsense: ecco gli ingredienti del film di Miyazaki più divertente e
spensierato. La cura maniacale messa da Miyazaki nella ricostruzione del
territorio italiano è quasi fotorealistica e le scene di combattimento aereo
lasciano senza fiato. Osannato in Francia, Porco Rosso è stato distribuito in
tutto il mondo, Italia esclusa.
Dopo Hayao Miyazaki, I. Takahata (1935) è uno dei
maggiori esponenti del cinema d'animazione giapponese. Il film mostra uno
spaccato di vita reale giapponese durante la seconda guerra mondiale, raccontata
dal punto di vista dell'infanzia che ne fu la principale e più innocente vittima
insieme con la popolazione civile. L’orrore della guerra si abbatte sul giovane
Seita che si vede costretto a scappare al rifugio antiaereo insieme al resto
della popolazione del suo villaggio prendendosi in carico sua sorella Setsuko di
quattro anni. Costretto a separarsi dalla madre, fugge da casa senza quasi
comprendere ciò che sta accadendo. Un film poetico e struggente che rispecchia
la complessità e l’ambiguità della vita, in una fusione di realistico e
fiabesco, lirismo e crudezza, umorismo e strazio, luce ed ombra.
La pellicola narra di un passato remoto in cui un antico popolo, mediante
l'utilizzo di un particolare cristallo, fu in grado di costruire città
fluttuanti capaci d'abbandonare la terra per trasferirsi in cielo. La più
importante di queste città era Laputa. Purtroppo l'antico popolo si estinse e fu
presto dimenticato, insieme a tutte le sue conoscenze.
Il film si svolge 700
anni dopo la scomparsa dell'antica civiltà e racconta le vicende di Pazu, un
giovane apprendista minatore e di una dolce fanciulla di nome Sheeta, che ha un
misterioso legame con Laputa ed è inseguita dall'esercito e da un gruppo di
pirati. I temi trattati nel film sono quelli consueti di Miyazaki: l'ecologismo,
la bontà d'animo ed il volo.
20-12-09: Fascisti su Marte (C. Guzzanti, I. Skofic, 2006)
Miracolosamente sottratti alla censura della storiografia marxista, vengono rispolverati alcuni cinegiornali risalenti agli anni '40, dove si narra – con orgoglio – dell'eroica impresa di un gruppo di fascisti alla conquista di Marte. Giunta sul pianeta rosso, la squadra capitanata dal Gerarca Barbagli, si muove con cautela nel misconosciuto territorio nemico. Nonostante la mancanza d'aria, d'acqua e di cibo, il fervore per il Duce li spinge poco a poco a tener fede alla loro categorica volontà littoria: "bonificare" il nuovo territorio per dedicare a Roma la meritata conquista. A metà fra un falso documentario e un fantascientifico fumetto, Corrado Guzzanti porta nelle sale il suo travagliatissimo film, dove n un'ora e mezza di pellicola (corrispondente a sei mesi marziani) si rivivono conquiste, lotte, episodi che hanno cambiato la storia del novecento, servendosi dell'aiuto – tutt'altro che metaforico - delle passate imprese di regime.