Per il ciclo di cineforum a cura di Greenpeace - Gruppo Locale Roma:

Proiezione di "LE MONDE SELON MONSANTO"
di Marie-Monique Robin, 109 min, Francia-Canada 2010


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Documentario realizzato da Marie-Monique Robin sulla multinazionale statunitense Monsanto. La giornalista parte dall'analisi di fertilizzanti e diserbanti quali il famoso Roundup per spaziare poi sulle implicazioni disastrose che la politica autoritaria ed illegale della multinazionale ha al livello locale, prima e globale, poi. Un documentario-inchiesta sugli OGM nel mondo, dagli Stati Uniti alle scelte europee, al destino ingiusto di paesi come India e Messico affrontando le ripercussioni sociali, ambientali e culturali che il tipo di coltivazione di monocolture porterà a livello globale.

Proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano

Dalle ore 20 Bioaperitivo a sostegno di Greenpeace Italia
C'ERA UNA VOLTA IN CILE: IL CINEMA (BIO)POLITICO DI PABLO LARRAIN

(La prima rassegna su Pablo Larraín in Italia)

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Taxi Drivers, rivista indipendente di cinema e il Fusolab, spazio creativo polifunzionale della periferia romana, hanno unito le proprie tensioni e passioni per dare vita alla prima retrospettiva completa dedicata al giovane cineasta cileno Pablo Larraín. 

Impostosi all’attenzione del pubblico con il suo secondo lungometraggio, Tony Manero, e presente alla Mostra del Cinema di Venezia dello scorso anno con Post Mortem, Larraín si distingue per un fare cinema nel quale i temi dell’alienazione e di un individualismo esasperato sino a farsi mostruosa idiozia risultano l’effetto necessario di un ambiente politico-sociale (il Cile di Augusto Pinochet) che, controllando le singole esistenze dei suoi assoggettati, li priva completamente della possibilità di concepire e realizzare se stessi nella cornice di un autentico vivere comune. 

Il cuore della sua opera (almeno di due dei suoi tre film: Tony Manero e Post Mortem) sembra ruotare, appunto, attorno all’indagine del legame fra una politica ridotta a puro potere e la nuda vita, alla terribile esemplificazione che di esso ha fornito la dittatura cilena, triste conferma che “il sonno della ragione (politica) genera mostri”. Esseri umani implosi dentro se stessi, ridotti, risolti nell’orizzonte asfissiante di un’elementarità ferina, dove le uniche aspirazioni ancora possibili finiscono fatalmente per coincidere con la disperazione feroce di un delirio autistico. 

Lo sguardo illuminato e illuminante di Larraín – spudorato nel suo desiderio di rendere, con disincanto assoluto, un panorama di tale nichilismo – è un pugno nello stomaco gratificante e necessario, attualissimo nella contemporaneità di un mondo, il nostro, nel quale il rischio di un rapporto perverso tra potere e vita è tutt’altro che scongiurato.

Avremo così la possibilità di conoscere e assorbire i primi tre lungometraggi di Larraín – con Fuga, la sua opera prima, presentato per la prima volta con sottotitoli italiani. 

Il 22 maggio, a chiudere la retrospettiva, la presentazione ufficiale in anteprima del DVD di Post Mortem, edito da CG Home Video per Archibald Film (in prossima uscita il 24 maggio 2011).

L’introduzione alle singole proiezioni sarà curata dai redattori di Taxi Drivers.
Con la collaborazione di Maria Cera (redazione Metromorfosi e Taxi Drivers) e Chiara di Giorgio (Fusolab).

UNDERCORE DOCUMENTARY REVIEW 2011

2°edizione

17 APRILE: TAXI TO THE DARK SIDE (di Alex Gibney, 106 min., 2007)
Il 1° Dicembre 2002, Dilawar, un giovane taxista afgano, carica tre passeggeri, non farà più ritorno a casa. Prendendo spunto dall'indagine giornalistica di Tim Golden del "New York Times" sulla misteriosa morte di Dilawar nella prigione americana di Bagram in Afghanistan, Alex Gibney intraprende una sorprendente inchiesta che, partendo dalle torture e i soprusi subiti dai "terroristi" arabi rinchiusi nelle carceri militari americane in Afganistan e Iraq, arriva a indagare e svelare la vera natura di gravissimi episodi di violazione dei diritti umani, solo apparentemente accidentali.

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Proiezione di "LA SVOLTA. DONNE CONTRO L'ILVA" di Valentina D'Amico (ITA, 2010)

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A Taranto ci sono donne combattive (mogli, madri, lavoratrici) che vogliono spezzare il bastone dell’illegalità e dell’arroganza. Vogliono mettere fine all’impunità che mortifica la propria dignità, uccide i propri mariti e i propri figli, mina la propria salute.
Donne che si ribellano, oggi, contro quella che a Taranto e per Taranto è stata da sempre considerata una salvezza, da qualche tempo il peggiore dei mali: l’Ilva.
L’Ilva è la più grande acciaieria d’Europa che, insieme all’aumento annuale dei profitti, detiene il primato nazionale di morti sul lavoro (180 dalla prima apertura dei cancelli) e d’inquinamento dell’ambiente (il 92 % della diossina nazionale).
Il documentario “La Svolta. Donne contro l’Ilva” racconta la battaglia di sei donne in particolare: Francesca e Patrizia, mogli di operai morti all’Ilva; Vita, mamma di un giovane operaio finito ammazzato sotto una gru nello stabilimento; Margherita, ex dipendete sottoposta a soprusi, mobbizzata, licenziata; Anna, finita sulla sedia a rotelle, e Caterina, mamma di un bambino autistico: malattie diverse, entrambe probabili conseguenze dell’inquinamento. In primo piano la loro storia umana, di lavoro, di sofferenza. La loro voglia e necessità di riscatto per sé e per gli altri: nelle aule dei tribunali, nelle manifestazioni di piazza, nelle denunce senza veli alle massime cariche dello Stato.
Sullo sfondo, al centro, sempre la fabbrica. Il lavoro degli operai raccontato da dipendenti ed ex dipendenti, e svelato attraverso la vicenda di Antonino, morto nello stabilimento. La sua storia, narrata nel testo “La Svolta” scritto dalla moglie Francesca, nel video è interpretata da un attore. L’ingresso all’Ilva, il lavoro all’Ilva, la morte all’Ilva.
Da qui si dipanano le esperienze personali delle sei donne, e con loro si ripercorrono decenni di sconvolgimenti socio-economici e ambientali di una città che forse oggi ha trovato il coraggio di reagire contro la fabbrica. Quella fabbrica che è amica se dà lavoro (oltre 20mila occupati fino agli anni 90, neanche 13mila oggi), ma che è nemica perché disprezza l’uomo e mortifica l’ambiente. Con la complicità delle istituzioni, dei sindacati, dei cittadini-lavoratori (per necessità, per paura).

UNDERCORE DOCUMENTARY REVIEW 2011

2°edizione

 

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A cura di UNDERCORE www.undercoreonline.com

 

Ciclo di proiezioni dal tema: “GRANDANGOLO. Storia dell’uomo nei conflitti moderni

 

“La caratteristica principale delle ottiche grandangolari è la loro breve lunghezza focale, che consente un angolo di ripresa più ampio. Rispetto alle ottiche con lunghezza focale superiore, inoltre, esse hanno di norma una maggior profondità di campo ed offrono una prospettiva alterata che porta ad esagerare la proporzione dei soggetti in primo piano facendoli apparire, rispetto alla realtà, molto più grandi di quelli in secondo piano.”

Con questa doppia prospettiva UNDERCORE ONLINE vi invita alla sua seconda rassegna dedicata all’arte del documentario. Un percorso ideato per oltrepassare le consuete rappresentazioni delle guerre del nostro tempo, che vi proietterà direttamente nel cuore delle stesse, grazie al coraggio e alla sensibilità artistica di alcuni dei più coraggiosi film-makers contemporanei.

4 appuntamenti per 4 documentari di grande spessore e qualità che forniranno insieme una panoramica più ampia possibile, da qui il titolo della rassegna, raccontando da una soggettiva ogni volta differente gli aspetti profondi e latenti delle moderne missioni militari internazionali. Dall’Iraq all’Afghanistan la guerra descritta con gli occhi di chi l’ha vissuta.

Il programma è costruito sulla base di un ipotetico percorso cronologico. Il primo appuntamento rappresenterà l’arrivo e la battaglia, ovvero la storia di un gruppo di soldati danesi catapultati nel conflitto afghano. Il secondo incontro ribalterà la prospettiva e  racconterà gli effetti che i conflitti hanno nella vita quotidiana della popolazione civile. Il terzo documentario si concentrerà sui lati oscuri che orbitano intorno agli aspetti militari dove, tra sparizioni e detenzioni illegali, quella che è stata presentata al mondo come missione civilizzatrice ha permesso il verificarsi di crimini contro l’umanità. L’ultima opera è dedicata ai tentativi di ricostruzione e rinascita politica e sociale, una volta terminate le ostilità, da parte di alcuni esponenti della società civile irachena sotto occupazione.

 

10 APRILE: proiezione di “IRAQ IN FRAGMENTS” di James Longley (94 min., 2006)

 

Frammenti di vita degli iracheni che si trovano alle prese con la guerra. I loro pensieri, desideri, credenze e preoccupazioni sono lo specchio dell’Iraq di oggi: un paese spinto in direzioni divergenti da differenze etniche e religiose. Il film è una domanda aperta: “un giorno - scrive il regista – gli Stati Uniti lasceranno l’Iraq, ma gli iracheni rimarranno. Il mio film è su di loro”. Iraq in fragments è diviso in tre parti, che corrispondono alla comune percezione della divisione del paese in sciiti, sunniti e curdi. La prima parte racconta la storia di Mohammed, un ragazzo orfano di 11 anni che vive a Baghdad e lavora come aiuto meccanico. La seconda è stata girata all’interno del movimento politico e religioso del leader sciita Moqtada al Sadr, tra Nassiriyah e Najaf, la terza a sud di Erbil, in una fabbrica di mattoni gestita da curdi.

UNDERCORE DOCUMENTARY REVIEW 2011

2°edizione

 

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A cura di UNDERCORE www.undercoreonline.com

 

Ciclo di proiezioni dal tema: “GRANDANGOLO. Storia dell’uomo nei conflitti moderni

 

“La caratteristica principale delle ottiche grandangolari è la loro breve lunghezza focale, che consente un angolo di ripresa più ampio. Rispetto alle ottiche con lunghezza focale superiore, inoltre, esse hanno di norma una maggior profondità di campo ed offrono una prospettiva alterata che porta ad esagerare la proporzione dei soggetti in primo piano facendoli apparire, rispetto alla realtà, molto più grandi di quelli in secondo piano.”

Con questa doppia prospettiva UNDERCORE ONLINE vi invita alla sua seconda rassegna dedicata all’arte del documentario. Un percorso ideato per oltrepassare le consuete rappresentazioni delle guerre del nostro tempo, che vi proietterà direttamente nel cuore delle stesse, grazie al coraggio e alla sensibilità artistica di alcuni dei più coraggiosi film-makers contemporanei.

4 appuntamenti per 4 documentari di grande spessore e qualità che forniranno insieme una panoramica più ampia possibile, da qui il titolo della rassegna, raccontando da una soggettiva ogni volta differente gli aspetti profondi e latenti delle moderne missioni militari internazionali. Dall’Iraq all’Afghanistan la guerra descritta con gli occhi di chi l’ha vissuta.

Il programma è costruito sulla base di un ipotetico percorso cronologico. Il primo appuntamento rappresenterà l’arrivo e la battaglia, ovvero la storia di un gruppo di soldati danesi catapultati nel conflitto afghano. Il secondo incontro ribalterà la prospettiva e  racconterà gli effetti che i conflitti hanno nella vita quotidiana della popolazione civile. Il terzo documentario si concentrerà sui lati oscuri che orbitano intorno agli aspetti militari dove, tra sparizioni e detenzioni illegali, quella che è stata presentata al mondo come missione civilizzatrice ha permesso il verificarsi di crimini contro l’umanità. L’ultima opera è dedicata ai tentativi di ricostruzione e rinascita politica e sociale, una volta terminate le ostilità, da parte di alcuni esponenti della società civile irachena sotto occupazione.

 

3 APRILE: proiezione di “ARMADILLO” di Janus Metz Pedersen (100 min, 2010)

 

Mads e Daniel stanno prestando servizio durante la loro prima missione a Helmand in Afghanistan. Il loro plotone è di stanza a Camp Armadillo, proprio sulla linea del fronte di Helmand, e sta combattendo dure battaglie contro i talebani. I soldati sono lì per aiutare gli afgani, però man mano che la lotta si inasprisce Mads, Daniel e i loro amici diventano cinici approfondendo ancora più la distanza tra loro e la civiltà afgana. Armadillo è un’opera di embedded-journalism di alto livello, in grado di raccontare la guerra ‘a quota zero’. Un viaggio all'interno della mente dei soldati e un’originale riflessione sul rapporto dell'uomo con la guerra.

Proiezione documentario "IL CERCHIO: L'AUTISMO NON VA IN VACANZA" di Sergio Johannes.
A cura della ONLUS “Giulia Parla”.

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"Il cerchio: l'autismo non va in vacanza" parla di un gruppo di adolescenti autistici che in estate, alla chiusura delle scuole, è stato seguito dalla ONLUS "Giulia Parla" presso l'istituto agrario "Giuseppe Garibaldi". Il documentario non intende comunicare ciò che fa un adolescente con autismo, ma i risultati che può raggiungere con tecniche abilitative neo-comportamentali.

Proiezione di “ALICE È IN PARADISO” di G. Chiesa (2002)

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Per 25 anni, Radio Alice è rimasta la "radio degli autonomi", la voce degli scontri che sconvolsero il capoluogo emiliano nel marzo '77. Eppure, chiunque si avvicini oggi alla vicenda di Radio Alice non fatica a scoprire che l'aspetto belligerante era ben lontano dal suo progetto culturale e dalle esperienze personali e collettive che l'avevano generata.
In realtà, Radio Alice è stato uno dei più singolari e originali esperimenti sulla comunicazione che abbiano mai preso piede in Italia. Priva di una vera e propria redazione e ancor più di un palinsesto, l'emittente bolognese, concepita nel 1975 nel bel mezzo dell'esplosione delle cosidette radio libere, aveva fatto della spontaneità e della contaminazione qualcosa di più di una semplice bandiera: un progetto in cui istanze politiche, artistiche e esistenziali si fondevano nel comune denominatore dell'universo radiofonico.


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Proiezione di "DEMOCRAZIA SCONFINATA" di Danilo Licciardello (52', 2010).
In collaborazione con Tana Libera Tutti. Sarà presente il regista.


Nella grande fabbrica italiana esistevano ed esistono  veri e propri reparti confino. Sono officine fittizie, spesso lontane dal cuore produttivo degli stabilimenti in cui le proprietà ciclicamente confinano lavoratrici e lavoratori scomodi, perché iscritti al sindacato, perché  insubordinati. Si tratta di ambienti insalubri in cui i lavoratori sono costretti all’ozio, al non lavoro. In questi “non luoghi” anche la democrazia appare sospesa e confinata. Il documentario si propone di attraversarli, dando la voce ai “confinati”. Sullo sfondo i mali che oggi affliggono il lavoro nella grande fabbrica italiana, con il pesante carico di morti, infortuni, malattie professionali e inquinamento ambientale.


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Proiezione di “L'UOMO CHE AVEVA PICCHIATO LA TESTA" di Paolo Virzì

Chi, meglio dell'amico Paolo Virzì, può raccontare al grande pubblico la vita e le canzoni di Bobo Rondelli, cantautore geniale e sconsiderato, ritenuto dai suo fan "il più grande e sottovalutato artista vivente". Sono "adolescentemente cresciuti insieme" Roberto Rondelli e Virzì, il regista che ha realizzato un documentario tutto dedicato all'amico e alla loro città.