Proiezione di “QUE VIVA TINA!” di S. Castano (Francia, 1997, 52')
Documentario dedicato a Tina Modotti, emigrata italiana, attrice a hollywood, grande fotografa in Messico con il compagno Edgar Weston, rivoluzionaria in Russia, Spagna e ancora in Messico dove muore misteriosamente in un taxi, di notte, all'età di 46 anni. Castano ha fatto un gran lavoro di indagine, raccogliendo testimonianze di molte persone che hanno conosciuto la Modotti. Molte le foto ben inserite nel montaggio che riescono a dare la sensazione di un'epoca in veloce trasformazione. Il documentario è accompagnato da una versione in 16 mm di "The Tiger's Coat" (Pelle di Tigre), il primo e unico film sopravvissuto interpretato dalla Modotti a Hollywood nel 1920. Da non perdere la quasi nascosta la galleria di foto su e della Modotti, ordinate per periodo, e il momento in cui ci si trova a diretto contatto con il lavoro della grande fotografa. Il suo stile deve tecnicamente, ovviamente a Edgar Weston, ma la composizione è assolutamente originale, nel modo in cui media temi estetici e sociali, simbologia e politica.
Proiezione documentario “IL SOL DELL'AVVENIR” di Gianfranco Pannone (2008, 77’)
Reggio Emilia, 1969. Un gruppo di ragazzi abbandona la locale Federazione giovanile comunista, per dar vita, insieme ad altri coetanei di provenienza anarchica, socialista, cattolica, all’Appartamento, una comune sessantottina che insegue il sogno rivoluzionario e che vede nel partito comunista al governo della città, il tradimento degli ideali partigiani e antifascisti appartenuti ai loro padri e nonni durante e dopo la seconda guerra mondiale. Dall’esperienza dell’Appartamento, di lì a due anni, usciranno alcuni tra i più duri brigatisti rossi degli “anni di piombo”: Alberto Franceschini, Tonino Loris Paroli, Roberto Ognibene, Prospero Gallinari, Renato Azzolini.
Reggio Emilia, autunno 2007. Alcuni dei “ragazzi del 1969” si ritrovano dopo quasi 40 anni nello stesso luogo, un ristorante sulle colline, dove il gruppo dell’Appartamento compì il salto tragico e fatale nella lotta armata.... Seduti intorno a un tavolo, con rievocazioni a tratti drammatiche, Franceschini, Paroli e Ognibene (tre ex brigatisti tornati alla vita normale dopo una lunga detenzione nelle prigioni di mezza Italia) insieme a Paolo Rozzi e Annibale Viappiani (che non aderirono alle Brigate rosse, e oggi sono impegnati il primo nel Partito Democratico, il secondo nel sindacato) ripercorrono una sorta di viaggio a ritroso, alla ricerca delle motivazioni più profonde delle rispettive scelte. A integrare le ricostruzioni dei cinque protagonisti, due testimoni davvero sorprendenti, che in vario modo e a vario titolo parteciparono alla esperienza dell’Appartamento: Corrado Corghi, ex dirigente della Democrazia Cristiana ed esponente del cattolicesimo del dissenso, e Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli comunisti trucidati dai nazifascisti nel ’43.
Proiezione documentario "MAN ON WIRE" di James Marsh (2008,90')
In un luminoso mattino d’estate del 1974, il funambolo Philippe Petit camminò per più di un’ora lungo un cavo d’acciaio steso tra i due grattacieli più alti del mondo, le Torri Gemelle di New York, simbolo del progresso e del rinnovato ottimismo occidentale. “Man on Wire” è la storia di questa avventura surreale, progettata da un manipolo di eroici sognatori, figli del loro tempo. Attraverso il materiale girato durante la preparazione dell’intricato piano che li porterà in cima ai palazzi, il film, che ha letteralmente dominato nel panorama documentario dei migliori festival della stagione, racconta una parabola epica, una folle utopia al confine tra il gioco prodigioso, l'atto politico e la provocazione artistica.
Proiezione documentario “UNA SCUOLA ITALIANA”
Da un’idea di Cecilia Bartoli, Marco Carsetti e Alessandro Triulzi, regia di Giulio Cederna e Angelo Loy (2010).
In collaborazione con Asinitas Onlus e Chiamalascuola
Roma, mattina, Scuola Pisacane. In un’aula dai muri giallini come ce ne sono tante, di una scuola-caserma degli anni cinquanta uguale a tante altre, è in corso un laboratorio teatrale. Cecilia - quarant’anni non ancora compiuti, psicologa, operatrice dell’Associazione Asinitas - racconta con voce stentorea il viaggio avventuroso di Dorothy nel magico mondo di Oz.
Ionut (che si dice ionuz), Flora, Kelvin, Isham, Rashid, Akib, Abib, Aarento, Fatima, Maryam, Tamina, Luca, Ramisha, Islam, Y Lei, Nur, Labib, Sophia, sono nati in Italia da genitori stranieri e frequentano la sezione materna della scuola Pisacane di Roma, nel cuore di Torpignattara e a due passi dal Pigneto, quartieri storici e popolari di Roma oggi popolati da un numero crescente di famiglie immigrate. Insieme a Martina, Francesco, Federico e Alessia, e altri amichetti italiani doc, ogni settimana entrano nel mondo incantato di Oz. Hanno un’età media di cinque anni, la loro prova d’attore è solo agli inizi, ma sono già diventati famosi. Da alcuni mesi sono al centro di una vivace polemica finita sui media locali e nazionali.
Un gruppo di mamme italiane costituitesi nel comitato “madri per l’integrazione” fanno sentire la loro voce in luoghi istituzionali, sorrette da un compatto fronte politico: “Alla Pisacane va in scena una vera e propria emergenza non solo didattica, ma anche culturale… non è questione di razzismo, ma di un'integrazione impossibile e di diritti negati ai nostri figli».
Cecilia, psicologa, operatrice dell’Associazione Asinitas, le insegnanti e la coordinatrice della scuola materna, vivono con disagio la situazione di conflitto che si è venuta a creare. Non credono alle tesi delle madri arrabbiate: secondo loro i servizi inter-culturali promossi alla Pisacane sono all’avanguardia e costituiscono l’unica strada per costruire un reale processo di integrazione, i risultati incoraggianti dimostrano che la presenza di tanti bambini di origine straniera, se preparata e sostenuta, rappresenta piuttosto una ricchezza didattica e culturale, mentre il piano di “dislocare” i bambini fuori-quota nelle altre scuole è dannoso e irrealizzabile perché non tiene conto della realtà del quartiere e delle esigenze delle famiglie.
Settimana dopo settimana le polemiche sulla scuola e le peripezie di Ionut e Martina nel mondo di Oz, si fondono in un’unica storia, creando un cortocircuito tra realtà e finzione che lascia emergere tutta una serie di interrogativi: e se il mondo di Oz fosse proprio la Pisacane? Chi sarebbe in questo caso la strega, lo spaventapasseri, l’uomo di latta e il leone? Il viaggio di Dorothy non assomiglia forse al viaggio degli immigrati a Torpignattara?
“Una scuola italiana” ha l’obiettivo di raccontare dall’interno di una scuola a maggioranza di figli di immigrati le dinamiche e le ragioni di una classe multietnica – relazioni, problemi, normalità, quartiere – per invitare a riflettere gli spettatori su un tema epocale assai complesso e di interesse nazionale, sulle problematiche attuali e su quelle future, un problema che non può essere risolto a colpi di slogan o con affrettate scorciatoie ideologiche.
Proiezione del documentario “1960 I RIBELLI” di Mimmo Calopresti (2010, 40’)
Il 1960 è uno spartiacque nella storia della Repubblica italiana. L’Italia vive un momento di forte instabilità politica determinato dalla crisi del centrismo. Attraverso l’uso di materiale di repertorio e il racconto di esponenti sindacali, il documentario rappresenta i fatti del giugno-luglio 1960 verificatisi durante il governo monocolore democristiano formato dall’On. Tambroni con i voti decisivi del MSI.
Gli scioperi e le proteste dei partiti politici e dei movimenti sindacali, la reazione di migliaia di manifestanti, l’irruzione dei giovani sulla scena politica (i cosiddetti “ragazzi con le magliette a strisce”), il dilagarsi delle sommosse in tutto il Paese, a partire dalla città medaglia d’oro della Resistenza, Genova. Le vicende storiche si intersecano con le grandi trasformazioni culturali che hanno caratterizzato tutto il decennio e che sono raccontate da un gruppo rappresentativo dell’entourage culturale del tempo, da Paolo Pietrangeli a Giuliano Montaldo, proponendo così uno sguardo a 360° sui moti che hanno rappresentato la prima protesta dell’Italia moderna: dunque, il rovesciamento di uno status quo da decenni radicato nell’ideologia fascista, nonché l’avvento di un’“alternativa” antifascista e il maturare di una nuova coscienza anticapitalistica, entrambi precursori del mutamento d’epoca che vedrà il suo apice nei moti del ’68.
“PEDALARE” A cura di Meddle Tv (2010, 30')
Ricetta: si mette in una scatola velocità, progresso, successo; poi si chiama la scatola “automobile” e gli si lascia invadere le nostre città, i nostri spazi.
Ci siamo abituati alla inevitabilità dello smog, del rumore, della costrizione: a città di metallo; alla inevitabilità delle morti per incidenti stradali, al sentir parlare di “pirati della strada”, come se solo pochi si comportino da pazzi criminali.
Il ciclista che resiste nel traffico con la sua bicicletta lancia il suo continuo monito: “nel mondo dei pazzi esser sani è follia”.
Con questo video MeddleTv documenta la resistenza contro l’inevitabile. E lo fa con allegria e divertimento guidati da Chiara “la puffa meccana” e da Guido e Corrado della cooperativa Blow Up. Si vedranno Ecotaxi (risciò a pedali), una partita di bike polo, l’organizzazione della Critical Mass, le Ciclofficine di Roma e il movimento “di traffico si muore”.Il percorso di liberazione dalle automobili, dalle loro idiote pubblicità, dai falsi idoli che rappresentano, comincia ogni mattina, quando un ciclista monta sul sellino e sfida Golia.
“IN MOTU GRATIA” di Andrea Zanoli (2010, 40’)
In una città del nord Italia, un gruppo di amici organizza la prima Olimpiade Mondiale della Graziella (Grazielliadi), la celebre bicicletta pieghevole degli anni ’60. Dalla polvere delle cantine, dai parcheggi abbandonati, eredità arrugginita di nonne e madri, riemerge un pezzo di storia dei pedali. Kshan, di 11 anni, ha ridipinto e fatto rivivere quella di sua nonna. Mouad e Aschar hanno innestato impianto stereo e volante in pelle sulla loro, come fosse una cabriolet di un videoclip hip-hop, mentre Zio Dennis e il “comitato scientifico”, testano sul campo le quattro discipline “olimpiche” tra una lucidatura di un parafango e un cambio di gomme nella loro ciclofficina in collina. Un ironico video-monumento al fai-da-te delle due ruote.
Proiezione del film-documentario “BURNING", tratto dal live dei Mogwai a New York,
di Vincent Moon e Nat Le Scouarnec, (2009)
Film documentario che testimonia un incandescente live dei Mogwai davanti a una folla estasiata: come se il tempo si fosse fermato, il pubblico viene trasportato dalle onde del suono, poetico e violento insieme. 'Burning' si tuffa in questo flusso selvaggio e sensuale. Complesso e profondamente innovativo, il film ci conduce in un sogno dove non c’è un domani: un’avventura sonora fra la speranza e la ribellione. Un’intera vita di emozioni vissuta in una sola notte.
proiezione film “LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO”
di Elio Petri (ITA, 1971) con Gian Maria Volontè e Mariangela Melato.
Un film che entra nella fabbrica italiana degli anni settanta, per raccontare il rapporto alienato degli operai con la macchina e i tempi di produzione, e allo stesso tempo esce al di fuori della fabbrica. Fuori dai cancelli per accusare sia il movimento studentesco, spesso troppo distante e 'astratto' dai reali problemi degli operai, che i sindacati, spesso invece collusi con i padroni con cui concertano e decidono della vita degli operai stessi, per arrivare fin dentro le case, evidenziando come l'alienazione dell'uomo-macchina continui anche nella vita di tutti giorni contaminando i rapporti personali.
Il film è un aguzzo e satirico ritratto della condizione operaia e della sua alienazione. E’ stato il primo film italiano ad entrare in fabbrica, analizzandone il sistema e mettendone a fuoco con smania furibonda i vari aspetti, compresi i rapporti tra uomo e macchina, tra sindacato e nuova sinistra, tra contestazione studentesca e lotte operaie, repressione padronale e progresso tecnologico.
Proiezione “LA BOCCA DEL LUPO” di P.Marcello (2009, 76’ ITA)
“La bocca del lupo” racconta amore e miseria tra gli indigenti e gli emarginati di Genova. Ad “avventurarsi” è Pietro Marcello, che approda a Quarto dei Mille scortato dal ricordo del romanzo verista di Remigio Zena e poco a poco si addentra nei vicoli, osserva, non giudica, condivide e, con questo passo, lucido e discreto ma anche libero ed evocativo, arriverà fin dentro la casa dei suoi personaggi.
Il movimento della narrazione è lo stesso: dalla fotografia corale dei genovesi di ieri e di oggi si stringe su Enzo, emigrato siciliano, e Mary, conosciuta in carcere, nella sezione dei transessuali, alla quale Enzo si è legato da vent’anni, sostenuto dal sogno comune di una casetta in campagna. Per Mary, Enzo è apparso da subito una bellezza da cinema, uno che poteva fare l’attore, in quei film western –suggerisce il montaggio- che non solo non si fanno più ma dei quali è scomparso anche l’immaginario dedicato. La verità, direbbe Zena, è che questa è una storia di vinti e di ambizioni non soddisfabili, di gente destinata a finire sempre “nella bocca del lupo”: è così che, prima della casetta con l’orto e il camino, Enzo si è fatto quattordici anni di prigione e Mary lo ha aspettato e ora possono raccontarsi alla videocamera, come una vecchia coppia, dividendosi le frasi, dandosi ragione per amore e per pazienza.
Proiezione documentario “MAGARI LE COSE CAMBIANO” di Andrea Segre (2008, 63’ ITA)
Il documentario sarà preceduto dalla proiezione del cortometraggio "UNICO VIA D'USCITA", ideato e realizzato dai ragazzi di Ponte di Nona nell'ambito delle attività di Educativa di Strada della Cooperativa sociale Data Coop.
Neda è una signora romana di 50 anni, cresciuta negli anni ’60 nel cuore di Roma, a due passi dal Colosseo. Oggi però Neda non vive più a Roma. Sta a Ponte di Nona. 6 Km oltre il GRA lungo la Prenestina, oltre 20 km dal Colosseo. Ci è arrivata nel 1995, con un figlio di 10 anni e uno di 3 mesi: mandata dal Comune, in una casa popolare vinta per bando, dopo anni di occupazioni a San Lorenzo e Pietralata. Sara, 18 anni, a Ponte di Nona invece ci è cresciuta. Figlia di una pugliese e di un egiziano, è una delle pochissime ragazze di Ponte di Nona che ha avuto la possibilità di studiare al Liceo. Nel cuore della Ponte di Nona di oggi, Sara e Neda ci conducono in una sorta di autoinchiesta su quali siano le dinamiche di interesse e di potere che segnano le vite quotidiane di migliaia di cittadini come loro: quartieri costruiti senza servizi, senza collegamenti viari, senza luoghi di socialità, senza nessuna manutenzione. La dignità di due donne contro l'urbanistica del privilegio. Un viaggio nel cuore delle moderne borgate romane, dove migliaia di cittadini italiani e stranieri si vedono quotidianamente negato il diritto alla dignità.