Proiezione documentario "IL CERCHIO: L'AUTISMO NON VA IN VACANZA" di Sergio Johannes.
A cura della ONLUS “Giulia Parla”.
"Il cerchio: l'autismo non va in vacanza" parla di un gruppo di adolescenti autistici che in estate, alla chiusura delle scuole, è stato seguito dalla ONLUS "Giulia Parla" presso l'istituto agrario "Giuseppe Garibaldi". Il documentario non intende comunicare ciò che fa un adolescente con autismo, ma i risultati che può raggiungere con tecniche abilitative neo-comportamentali.
Proiezione di “ALICE È IN PARADISO” di G. Chiesa (2002)
Per 25 anni, Radio Alice è rimasta la "radio degli autonomi", la voce degli scontri che sconvolsero il capoluogo emiliano nel marzo '77. Eppure, chiunque si avvicini oggi alla vicenda di Radio Alice non fatica a scoprire che l'aspetto belligerante era ben lontano dal suo progetto culturale e dalle esperienze personali e collettive che l'avevano generata.
In realtà, Radio Alice è stato uno dei più singolari e originali esperimenti sulla comunicazione che abbiano mai preso piede in Italia. Priva di una vera e propria redazione e ancor più di un palinsesto, l'emittente bolognese, concepita nel 1975 nel bel mezzo dell'esplosione delle cosidette radio libere, aveva fatto della spontaneità e della contaminazione qualcosa di più di una semplice bandiera: un progetto in cui istanze politiche, artistiche e esistenziali si fondevano nel comune denominatore dell'universo radiofonico.
Proiezione di "DEMOCRAZIA SCONFINATA" di Danilo Licciardello (52', 2010).
In collaborazione con Tana Libera Tutti. Sarà presente il regista.
Nella grande fabbrica italiana esistevano ed esistono veri e propri reparti confino. Sono officine fittizie, spesso lontane dal cuore produttivo degli stabilimenti in cui le proprietà ciclicamente confinano lavoratrici e lavoratori scomodi, perché iscritti al sindacato, perché insubordinati. Si tratta di ambienti insalubri in cui i lavoratori sono costretti all’ozio, al non lavoro. In questi “non luoghi” anche la democrazia appare sospesa e confinata. Il documentario si propone di attraversarli, dando la voce ai “confinati”. Sullo sfondo i mali che oggi affliggono il lavoro nella grande fabbrica italiana, con il pesante carico di morti, infortuni, malattie professionali e inquinamento ambientale.
Proiezione di “L'UOMO CHE AVEVA PICCHIATO LA TESTA" di Paolo Virzì
Chi, meglio dell'amico Paolo Virzì, può raccontare al grande pubblico la vita e le canzoni di Bobo Rondelli, cantautore geniale e sconsiderato, ritenuto dai suo fan "il più grande e sottovalutato artista vivente". Sono "adolescentemente cresciuti insieme" Roberto Rondelli e Virzì, il regista che ha realizzato un documentario tutto dedicato all'amico e alla loro città.
Proiezione di “QUE VIVA TINA!” di S. Castano (Francia, 1997, 52')
Documentario dedicato a Tina Modotti, emigrata italiana, attrice a hollywood, grande fotografa in Messico con il compagno Edgar Weston, rivoluzionaria in Russia, Spagna e ancora in Messico dove muore misteriosamente in un taxi, di notte, all'età di 46 anni. Castano ha fatto un gran lavoro di indagine, raccogliendo testimonianze di molte persone che hanno conosciuto la Modotti. Molte le foto ben inserite nel montaggio che riescono a dare la sensazione di un'epoca in veloce trasformazione. Il documentario è accompagnato da una versione in 16 mm di "The Tiger's Coat" (Pelle di Tigre), il primo e unico film sopravvissuto interpretato dalla Modotti a Hollywood nel 1920. Da non perdere la quasi nascosta la galleria di foto su e della Modotti, ordinate per periodo, e il momento in cui ci si trova a diretto contatto con il lavoro della grande fotografa. Il suo stile deve tecnicamente, ovviamente a Edgar Weston, ma la composizione è assolutamente originale, nel modo in cui media temi estetici e sociali, simbologia e politica.
Proiezione documentario “IL SOL DELL'AVVENIR” di Gianfranco Pannone (2008, 77’)
Reggio Emilia, 1969. Un gruppo di ragazzi abbandona la locale Federazione giovanile comunista, per dar vita, insieme ad altri coetanei di provenienza anarchica, socialista, cattolica, all’Appartamento, una comune sessantottina che insegue il sogno rivoluzionario e che vede nel partito comunista al governo della città, il tradimento degli ideali partigiani e antifascisti appartenuti ai loro padri e nonni durante e dopo la seconda guerra mondiale. Dall’esperienza dell’Appartamento, di lì a due anni, usciranno alcuni tra i più duri brigatisti rossi degli “anni di piombo”: Alberto Franceschini, Tonino Loris Paroli, Roberto Ognibene, Prospero Gallinari, Renato Azzolini.
Reggio Emilia, autunno 2007. Alcuni dei “ragazzi del 1969” si ritrovano dopo quasi 40 anni nello stesso luogo, un ristorante sulle colline, dove il gruppo dell’Appartamento compì il salto tragico e fatale nella lotta armata.... Seduti intorno a un tavolo, con rievocazioni a tratti drammatiche, Franceschini, Paroli e Ognibene (tre ex brigatisti tornati alla vita normale dopo una lunga detenzione nelle prigioni di mezza Italia) insieme a Paolo Rozzi e Annibale Viappiani (che non aderirono alle Brigate rosse, e oggi sono impegnati il primo nel Partito Democratico, il secondo nel sindacato) ripercorrono una sorta di viaggio a ritroso, alla ricerca delle motivazioni più profonde delle rispettive scelte. A integrare le ricostruzioni dei cinque protagonisti, due testimoni davvero sorprendenti, che in vario modo e a vario titolo parteciparono alla esperienza dell’Appartamento: Corrado Corghi, ex dirigente della Democrazia Cristiana ed esponente del cattolicesimo del dissenso, e Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli comunisti trucidati dai nazifascisti nel ’43.
Proiezione documentario "MAN ON WIRE" di James Marsh (2008,90')
In un luminoso mattino d’estate del 1974, il funambolo Philippe Petit camminò per più di un’ora lungo un cavo d’acciaio steso tra i due grattacieli più alti del mondo, le Torri Gemelle di New York, simbolo del progresso e del rinnovato ottimismo occidentale. “Man on Wire” è la storia di questa avventura surreale, progettata da un manipolo di eroici sognatori, figli del loro tempo. Attraverso il materiale girato durante la preparazione dell’intricato piano che li porterà in cima ai palazzi, il film, che ha letteralmente dominato nel panorama documentario dei migliori festival della stagione, racconta una parabola epica, una folle utopia al confine tra il gioco prodigioso, l'atto politico e la provocazione artistica.
Proiezione documentario “UNA SCUOLA ITALIANA”
Da un’idea di Cecilia Bartoli, Marco Carsetti e Alessandro Triulzi, regia di Giulio Cederna e Angelo Loy (2010).
In collaborazione con Asinitas Onlus e Chiamalascuola
Roma, mattina, Scuola Pisacane. In un’aula dai muri giallini come ce ne sono tante, di una scuola-caserma degli anni cinquanta uguale a tante altre, è in corso un laboratorio teatrale. Cecilia - quarant’anni non ancora compiuti, psicologa, operatrice dell’Associazione Asinitas - racconta con voce stentorea il viaggio avventuroso di Dorothy nel magico mondo di Oz.
Ionut (che si dice ionuz), Flora, Kelvin, Isham, Rashid, Akib, Abib, Aarento, Fatima, Maryam, Tamina, Luca, Ramisha, Islam, Y Lei, Nur, Labib, Sophia, sono nati in Italia da genitori stranieri e frequentano la sezione materna della scuola Pisacane di Roma, nel cuore di Torpignattara e a due passi dal Pigneto, quartieri storici e popolari di Roma oggi popolati da un numero crescente di famiglie immigrate. Insieme a Martina, Francesco, Federico e Alessia, e altri amichetti italiani doc, ogni settimana entrano nel mondo incantato di Oz. Hanno un’età media di cinque anni, la loro prova d’attore è solo agli inizi, ma sono già diventati famosi. Da alcuni mesi sono al centro di una vivace polemica finita sui media locali e nazionali.
Un gruppo di mamme italiane costituitesi nel comitato “madri per l’integrazione” fanno sentire la loro voce in luoghi istituzionali, sorrette da un compatto fronte politico: “Alla Pisacane va in scena una vera e propria emergenza non solo didattica, ma anche culturale… non è questione di razzismo, ma di un'integrazione impossibile e di diritti negati ai nostri figli».
Cecilia, psicologa, operatrice dell’Associazione Asinitas, le insegnanti e la coordinatrice della scuola materna, vivono con disagio la situazione di conflitto che si è venuta a creare. Non credono alle tesi delle madri arrabbiate: secondo loro i servizi inter-culturali promossi alla Pisacane sono all’avanguardia e costituiscono l’unica strada per costruire un reale processo di integrazione, i risultati incoraggianti dimostrano che la presenza di tanti bambini di origine straniera, se preparata e sostenuta, rappresenta piuttosto una ricchezza didattica e culturale, mentre il piano di “dislocare” i bambini fuori-quota nelle altre scuole è dannoso e irrealizzabile perché non tiene conto della realtà del quartiere e delle esigenze delle famiglie.
Settimana dopo settimana le polemiche sulla scuola e le peripezie di Ionut e Martina nel mondo di Oz, si fondono in un’unica storia, creando un cortocircuito tra realtà e finzione che lascia emergere tutta una serie di interrogativi: e se il mondo di Oz fosse proprio la Pisacane? Chi sarebbe in questo caso la strega, lo spaventapasseri, l’uomo di latta e il leone? Il viaggio di Dorothy non assomiglia forse al viaggio degli immigrati a Torpignattara?
“Una scuola italiana” ha l’obiettivo di raccontare dall’interno di una scuola a maggioranza di figli di immigrati le dinamiche e le ragioni di una classe multietnica – relazioni, problemi, normalità, quartiere – per invitare a riflettere gli spettatori su un tema epocale assai complesso e di interesse nazionale, sulle problematiche attuali e su quelle future, un problema che non può essere risolto a colpi di slogan o con affrettate scorciatoie ideologiche.
Proiezione del documentario “1960 I RIBELLI” di Mimmo Calopresti (2010, 40’)
Il 1960 è uno spartiacque nella storia della Repubblica italiana. L’Italia vive un momento di forte instabilità politica determinato dalla crisi del centrismo. Attraverso l’uso di materiale di repertorio e il racconto di esponenti sindacali, il documentario rappresenta i fatti del giugno-luglio 1960 verificatisi durante il governo monocolore democristiano formato dall’On. Tambroni con i voti decisivi del MSI.
Gli scioperi e le proteste dei partiti politici e dei movimenti sindacali, la reazione di migliaia di manifestanti, l’irruzione dei giovani sulla scena politica (i cosiddetti “ragazzi con le magliette a strisce”), il dilagarsi delle sommosse in tutto il Paese, a partire dalla città medaglia d’oro della Resistenza, Genova. Le vicende storiche si intersecano con le grandi trasformazioni culturali che hanno caratterizzato tutto il decennio e che sono raccontate da un gruppo rappresentativo dell’entourage culturale del tempo, da Paolo Pietrangeli a Giuliano Montaldo, proponendo così uno sguardo a 360° sui moti che hanno rappresentato la prima protesta dell’Italia moderna: dunque, il rovesciamento di uno status quo da decenni radicato nell’ideologia fascista, nonché l’avvento di un’“alternativa” antifascista e il maturare di una nuova coscienza anticapitalistica, entrambi precursori del mutamento d’epoca che vedrà il suo apice nei moti del ’68.
“PEDALARE” A cura di Meddle Tv (2010, 30')
Ricetta: si mette in una scatola velocità, progresso, successo; poi si chiama la scatola “automobile” e gli si lascia invadere le nostre città, i nostri spazi.
Ci siamo abituati alla inevitabilità dello smog, del rumore, della costrizione: a città di metallo; alla inevitabilità delle morti per incidenti stradali, al sentir parlare di “pirati della strada”, come se solo pochi si comportino da pazzi criminali.
Il ciclista che resiste nel traffico con la sua bicicletta lancia il suo continuo monito: “nel mondo dei pazzi esser sani è follia”.
Con questo video MeddleTv documenta la resistenza contro l’inevitabile. E lo fa con allegria e divertimento guidati da Chiara “la puffa meccana” e da Guido e Corrado della cooperativa Blow Up. Si vedranno Ecotaxi (risciò a pedali), una partita di bike polo, l’organizzazione della Critical Mass, le Ciclofficine di Roma e il movimento “di traffico si muore”.Il percorso di liberazione dalle automobili, dalle loro idiote pubblicità, dai falsi idoli che rappresentano, comincia ogni mattina, quando un ciclista monta sul sellino e sfida Golia.
“IN MOTU GRATIA” di Andrea Zanoli (2010, 40’)
In una città del nord Italia, un gruppo di amici organizza la prima Olimpiade Mondiale della Graziella (Grazielliadi), la celebre bicicletta pieghevole degli anni ’60. Dalla polvere delle cantine, dai parcheggi abbandonati, eredità arrugginita di nonne e madri, riemerge un pezzo di storia dei pedali. Kshan, di 11 anni, ha ridipinto e fatto rivivere quella di sua nonna. Mouad e Aschar hanno innestato impianto stereo e volante in pelle sulla loro, come fosse una cabriolet di un videoclip hip-hop, mentre Zio Dennis e il “comitato scientifico”, testano sul campo le quattro discipline “olimpiche” tra una lucidatura di un parafango e un cambio di gomme nella loro ciclofficina in collina. Un ironico video-monumento al fai-da-te delle due ruote.