Jack, un ragazzo con un solo braccio, sogna di diventare un
contrabbassista.
Impossibile, di certo.
Ma in una fumosa città del
Jazz a volte anche i sogni impossibili possono diventare realtà.
Una
storia scritta da Stefano Benni come se fosse una partitura musicale, poetica ed
emozionante, raccontata e cantata in un allestimento leggerissimo: una voce e
una chitarra.
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Egregio Santa Claus, Papà Natale, Vecchio Pascuero o come Le va di chiamarsi o farsi chiamare:
confesso che mi è sempre stato simpatico perché in genere mi piace la Scandinavia, il suo vestito rosso mi pare premonitorio e perché dietro quella barba ho sempre creduto di riconoscere un filosofo tedesco che ogni giorno ha sempre più ragione in ciò che ha affermato in vari libri, molto citati ma poco letti.
Non abbia paura del tenore di questa lettera, non sono il bambino cileno che qualche anno fa Le scrisse: “Vecchio Scemo, l’anno scorso ti ho scritto dicendoti che, nonostante andassi a scuola scalzo e a digiuno, avevo preso i voti migliori e che l’unico regalo che volevo era una bicicletta, naturalmente non nuova, non doveva essere una mountain bike o una per il Tour de France. Volevo una semplice bicicletta, senza cambi, per aiutare mia madre a consegnare la biancheria altrui che lava e stira in casa. Era tutto, uno schifo di bicicletta qualsiasi, ma è arrivato il Natale e ho ricevuto una stupida cornetta di plastica, gioco che ho conservato e che ti invio con questa lettera perché tu te la metta nel culo. Spero che ti attacchi l’AIDS, vecchio figlio di puttana”.
Sono stati i suoi elfi i responsabili di un pasticcio così spaventoso? Ebbene, stimato Santa Claus, quest’anno sicuramente riceverà numerose richieste di biciclette, perché l’unico futuro che aspetta i ragazzi del mondo è quello di fattorino, senza contratto di lavoro e condannati a consegnare pacchetti fino a 67 anni.
Io, invece, non Le chiedo una bicicletta, ma uno sforzo pedagogico: metta i suoi elfi e le sue renne a scrivere milioni di lettere spiegando che cosa sono e dove stanno i mercati.
Come Lei sa bene, ci hanno fregato la vita, abbassato i salari, impoverito le pensioni, ci hanno tolto il sussidio di disoccupazione e ci hanno condannato a lavorare per sempre per tranquillizzare i mercati.
I mercati hanno nomi e facce di persone. Sono un gruppo formato da meno dell’1 per cento dell’umanità e sono, allo stesso tempo, i padroni del 99 per cento della ricchezza. I mercati sono i membri dei consigli di amministrazione e gli stessi azionisti, per esempio, di un laboratorio che non vuole rinunciare ai brevetti di una serie di medicinali che, se fossero generici, salverebbero milioni di vite. Non lo fanno perché la vita non è redditizia, ma la morte lo è, e molto.
I mercati sono gli azionisti delle industrie che imbottigliano il succo d’arancia, e che hanno aspettato che l’Unione Europea annunciasse leggi restrittive per i lavoratori non comunitari, che saranno obbligati a lavorare in Spagna o in un altro paese dell’Unione Europea secondo i regolamenti sul lavoro e le condizioni salariali dei loro paesi d’origine. Appena è successo, nelle borse europee i prezzi del prossimo raccolto delle arance sono andati alle stelle. Per i mercati, per tutti e per ognuno di quegli azionisti, la giustizia sociale non è redditizia, ma la schiavitù sì, e molto.
I mercati sono gli azionisti della banca che sequestra la casa a una donna con il figlio invalido. Per tutti e per ognuno di quegli azionisti, dirigenti e direttori di reparto, le ragioni umanitarie non sono redditizie, ma la spogliazione, il passaggio dalla povertà alla miseria sì che lo sono, e molto. E per i truffatori della speranza - che siano di destra o di sinistra, dato che non c’è altra scelta tra i difensori del sistema responsabile della crisi causata dai mercati stessi – spogliare della sua casa quella vecchietta è stato un segnale per tranquillizzare i mercati.
In Inghilterra il criminale rialzo delle tasse universitarie è stato fatto per tranquillizzare i mercati. Lo scontento sociale genererà inevitabili azioni di sopravvivenza, e i mercati chiederanno sangue, morti, per tranquillizzare il loro appetito insaziabile.
Che i suoi elfi e le sue renne spieghino dettagliatamente che - in mezzo a questa crisi economica generata dalla voracità speculativa dei mercati e dalla rinuncia dello Stato a controllare il “va e vieni “ del denaro - nessuna banca ha smesso di guadagnare, nessuna società multinazionale ha smesso di guadagnare e anche gli economisti più ortodossi della teoria del mercato concordano nell’affermare che il principale sintomo della crisi è che le banche e le multinazionali guadagnano sì meno, ma in nessun caso hanno smesso di guadagnare.
Che i suoi elfi e le sue renne spieghino fino alla nausea che sono stati i mercati quelli che si sono opposti a qualsiasi controllo statale delle speculazioni, ma che ora essi impongono che lo Stato castighi i cittadini per il calo dei loro guadagni.
E, infine, mi permetta di chiederLe qualcosa d’altro: migliaia, milioni di bandiere di lotta, grandi barricate, grosse pietre, maschere antigas, e che la stella di Betlemme diventi una serie di comete incandescenti con un unico bersaglio, le Borse, che brucino fino alle fondamenta, perché le fiammate di cento begli incendi ci darebbero, anche solo per poco, una indimenticabile Notte di Pace.
Molto fraternamente,
Luìs Sepùlveda
Dal 26 dicembre al 5 gennaio si svolge in Messico il "Primo
Festival Mondiale della Rabbia Degna" convocato dall’EZLN.
Vai alla Convocazione.
L’Associazione Ya Basta
partecipa con una delegazione dei movimenti sociali italiani: centri sociali,
Presidio No Dal Molin di Vicenza, Presidio di Chiaiano, studenti dell’Onda.
Vai alla Convocazione della Carovana In movimento.
Presidi al Consolato e all'ambasciata greca in Italia: con Alexis nel cuore! Governo e polizia que se vayan todos! Assassini! Giustizia per Alexis!
10.12.08 Manifestazioni di solidarietà in tutta Italia: Roma [Presidio sotto l'ambasciata greca] Napoli [Presidio al consolato greco] Torino [Presidio al consolato greco ] Bologna [Consolato greco sanzionato dal basso - Presidio e blocco del traffico] Venezia [Occupato l'istituto ellenico] SPAGNA: Represión en Madrid y en Barcelona por el asesinato de Alexis [lahaine.org]
Grecia 10 dicembre SCIOPERO GENERALE (da GlobalProject) Quattro giorni di mobilitazioni continue, ed oggi lo sciopero generale che sta attraversando
la Grecia. In piazza migliaia di persone, uomini, donne precari e
molti, tanti studenti. Sullo sfondo di una Grecia che ha tirato fuori
la sua rabbia, contro le politiche neoliberiste del governo, il
tentativo di riforma dell’università, la precarietà e l’incapacità da
parte di arginare la crisi. Stanchi della repressione, delle violenze
della polizia, sfociate, nell’ultimo tragico episodio con l’omicidio di
Alexandros, oggi in diverse città si è tornato a manifestare. Mentre Il
partito dell’opposizione socialista chiede elezioni anticipate e il
governo annuncia nuove misure repressive nei confronti dei dimostranti
violenti, sullo sfondo cresce la rabbia. Le conclusioni della perizia
sulla morte del giovane studente stridono con quanto dichiarato da
testimoni oculari e dalle prime dichiarazioni del poliziotto che ha sparato e ucciso Alexandros. In definitiva, il caso rischia di essere archiviato “come un incidente”.
Lo
sciopero di oggi ci restituisce l’immagine di un paese tutt’altro che
pacificato. Ad Atene lanci di molotv davanti al parlamento. Scontri
anche davanti al Palazzo di giustizia. Lanci di bottiglie incendiarie
hanno accolto l’arrivo dei due agenti, giunti per essere interrogati.
Anche a Salonicco non sono mancati fronteggiamenti con la polizia. Gli
scontri sono inziati quando una parte del corteo, composto
principalmente, da studenti è giunto davanti a al ministero della
Giustizia. Qui il tentativo di sfondamento a cui ha fatto seguito il
lancio di lacrimogeni.
L’adesione allo sciopero è totale: voli nazionali e internazionali
cancellati, banche e scuole chiuse e gli ospedali si limitano ai
servizi d’emergenza.
Proteste ed azioni di solidarietà hanno coinvolto anche diversi paesi europei. A Londra circa 70 attivisti hanno bloccato l’entrata dell’ambasciata greca per un giorno. Il blocco si è concluso con l’arresto di due persone. Azioni di questo tipo ci sono state anche a Edinburgh, Bristol e NewCastle. In Germania proteste in diverse città e una manifestazione si è tenuta a Berlino. Durante la manifestazione l’ambasciata greca è stata occupata. Altre manifestazioni in Germania si sono svolte a Hamburg (de), Dresden (de), Bremen (de) e a Cologne (de). Azioni e inziative anche in Spagna. In Italia azioni a Bologna, Venezia, Roma e Napoli. Grecia 9/12: la polizia spara ancora [vai all'articolo] |
“(…)
come in qualsiasi altro procedimento penale, anche in questo processo,
quantunque celebrato in un’atmosfera caratterizzata da forti
contrapposizioni politico-ideologiche sia sui mezzi di informazione che
nell’opinione pubblica, sono stati portati a giudizio non situazioni
ambientali o orientamenti ideologici, bensì, ovviamente, singoli
imputati per specifiche e ben individuate condotte criminose loro
attribuite nei rispettivi capi di imputazione, che costituiscono la via
maestra da cui il giudicante non deve mai deviare.”
“(…) Dalla messe dei suddetti riscontri sono risultate pienamente provate le seguenti condotte tenute nel sito di Bolzaneto in danno degli arrestati e fermati:
Il testo raccoglie i materiali della lista edu-factory, progetto di discussione che da due anni vede impegnati collettivi, attivisti e diversi dei più importanti studiosi dell’istruzione superiore sul piano globale. Dall’Italia agli Stati Uniti, dall’Argentina alla Francia, dall’Australia all’India, dal Sudafrica alla Cina, i vari contributi documentano e analizzano i conflitti sulla produzione dei saperi, i processi di precarizzazione e gerarchizzazione nel mercato della formazione, le sperimentali organizzazioni di università autonome.
Verso il 22 novembre: manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne
L’onda va
avanti e non si ferma! Inonda strade, piazze, assemblee, costruisce
nuovi linguaggi, apre spazi di discussione, pratica l’autorganizzazione
come forma per di agire politico. Noi donne
in onda della Sapienza vogliamo portare avanti sia un’analisi
politica, sia nuove pratiche di movimento che aprano spazi per tutte
e tutti. La mobilitazione,
partita dalla battaglia contro i decreti 133 e 137, ha allargato il
suo campo d’azione e di rivendicazione. A partire dalle scuole primarie
l’onda è dilagata nelle scuole e nelle università ponendo al centro
la questione dell’autonomia economica, politica, esistenziale. L’onda anomala
vede il protagonismo delle donne nel movimento. Sono state le donne
ad accendere la protesta: sono state le maestre e le mamme che hanno
contestato il decreto Gelmini non solo per tagli consistenti ai posti
di lavoro, ma anche per quelli alle ore di scuola. Con la riduzione
del tempo- scuola da 40 a 24 ore, l’attacco al progetto educativo
diviene complessivo. Il tempo pieno, infatti, rappresenta un modello
educativo in cui la madre da un lato non è l’unica referente della
formazione e della educazione affettiva, e dall’altro permette l’espressione
di un’autonomia attraverso la liberazione di tempi di vita.
15 - 16 Novembre: ASSEMBLEA NAZIONALE ALLA SAPIENZA
Siamo
l'onda che autoriforma l'Università!
Una marea
gioiosa e propositiva ha invaso la cittá universitaria de LaSapienza: due giorni
intensi di assemblee, workshop e musica in cui le diverse figure della
formazione hanno continuato a dare corpo a quell'incredibile momento costituente
che è l'autoriforma dell'Universitá.
L'autoriforma come processo che già vive nelle pratiche del movimento, come
passaggio di consolidamento delle forme di autorganizzazione e rilancio degli
elementi del conflitto. Migliaia di studenti,
dottorandi e ricercatori hanno discusso nei workshop tematici riguardanti la
didattica, il welfare e il rapporto tra formazione e lavoro. Centinaia di interventi
da tutti gli atenei italiani in mobilitazione che hanno avuto la capacitá di
tradurre l'autoriforma in concreti elementi di programma e di agenda politica:
proposte per continuare a costruire un'universitá autonoma, nuove pratiche di
conflitto attraverso cui costituire delle vertenze diffuse, la partecipazione
allo sciopero del 12 dicembre ed il
lancio delle mobilitazioni diffuse per il 28
novembre. L'assemblea plenaria di
domenica è stata partecipata da migliaia di persone, centinaia di interventi che
hanno continuato a connettere le lotte tra universitá, scuole e studenti medi,
tra l'onda anomala e la european anomalous wave
che in questi giorni ha diffuso la potenza dell'onda in tutta Europa
(Barcellona, Copenhagen, Parigi, Lione, Londra, Madrid, Bruxelles, Lisbona,
Amsterdam, Berlino, Valencia, Aarhus, Tubinga, Istanbul). Non solo non
pagheremo la vostra crisi, ma abbiamo anche la forza di costruire uno spazio
forte e aperto, di dare vita ad un processo costituente per riprenderci il
nostro futuro...e questo è solo l'inizio!
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