Il film inizia con una telefonata dalla signora Pina, che chiama la società
Italpetrolcemetermotessilfarmometalchimica, in cui Fantozzi "presta tragicamente
servizio", poiché ha perso le tracce del marito da ben diciotto giorni. Si
scoprirà, a seguito di ricerche non certo scrupolose, che egli era stato murato
vivo negli ex gabinetti dell'azienda...Il contenuto comico, composto di satira,
che ha come oggetto preferito i nostrani vizi (favoritismi, menefreghismo,
ruffianeria e poltronaggine), di surrealismo, che amplifica a dovere le
situazioni, e di puro slapstick, che trova solido appoggio sulla grande mimica
di Villaggio, è esplosivo. Una maschera universale, in cui è impossibile non
identificarsi almeno in parte, e che suscita una naturale tenerezza grazie alla
sua intrinseca vena tragicomica, elemento tipico e vincente della classica
commedia all'italiana
“Le cose che possiedi, alla fine ti possiedono!” questo è il tema dominante di
Fight club. Il film presenta una società dove il comfort è l’unità di misura di
un uomo che è schiavo dei beni materiali. Il fight club non è come la boxe, dove
si perde o si vince. I membri del fight club combattono una “guerra spirituale”
che ha uno scopo “rivoluzionario”: la riscoperta della forza vitale umana,
annichilita dai Diktate della società contemporanea. Il fight club non è neanche
un’elite di “prescelti”: “Tu non sei speciale! Tu sei solo la canticchiante e
danzante merda dell’universo” continua a ripetere Durden ai suoi “discepoli”.
Nonostante il fight club possa sembrare un’attività violenta, non lo è.
Rassegna: Evoluzione e rivoluzioni; conflitti sociali e politici del mondo
moderno
Proiezione: “ 68 l’utopia della realtà “
Regia : F.Vincentini
Orgnani - Italia (2006) - 90'
Info: documentaria (chiocciola) fusolab.net
Un punto di rottura con il passato, le radici di molte discussioni ancora aperte. Partendo dall’America e dalla beat generation, il racconto delle pulsioni, dei sogni di libertà e di emancipazione, delle trasformazioni socio culturali innescate dalle lotte studentesche ed operaie, di una stagione destinata ad incidere in maniera profonda nella politica, nel costume e nella società del bel paese .
{tag 68} {tag utopia {tag Documentaria} {tag F.Vincentini Orgnani}
Venuto in possesso di strani occhiali neri, un operaio disoccupato di Los
Angeles scopre che molti esseri umani sono, in realtà, extraterrestri che
cercano di condizionare l'umanità con messaggi subliminali. Aiutato da un
compagno nero, affronta gli invasori. Ritornato al basso costo, Carpenter fa il
suo film fantastico più scopertamente politico, impregnato di succhi libertari.
Contrariamente ai film di SF degli anni '50, gli alieni non sono più comunisti,
ma yuppies reaganiani, liberali e affaristi. E la
riscossa viene dalla classe operaia.
_Zabriskie point_ (Michelangelo Antonioni, 1970, 110', USA)
Nella cosiddetta Valle della Morte s'incrociano i destini di due ragazzi, quello di Mark, giovane in fuga con un aereo rubato dopo una rivolta studentesca a L.A., e quello di Daria, segretaria di un appaltatore che sta raggiungendo a Phoenix a bordo della sua auto...
Fuga, scelta individuale, amore, consumismo e morte. I temi cari ad Antonioni sono tutti miscelati con perfetto dosaggio in Zabriskie point, manifesto di un'utopica sconfitta della società dei consumi.
{tag Cinestesie} {tag Zabriskie Point} {tag Antonioni} {tag Le cose che possiedi alla fine ti possiedono}
"La satira è un'espressione liberatoria nata in conseguenza di
pressioni, di dolore, di prevaricazione. E' un rifiuto di certe
regole. Se tu attraverso la satira non fai capire il significato
opposto delle banalità, dell'ovvio, dell'ipocrisia, della violenza che
ogni potere esprime sui minori, ebbene , il tuo ridere è vuoto. E'
solo lo sghignazzo ventrale e non quello dello stomaco e dei polmoni"
{tag Documentaria} {tag Dario Fo} {tag Mistero Buffo}
Napule è nu sole amaro, Napule è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa", tranne Raffaele Del Giudice, un educatore ambientale resistente, che proprio non ci sta a guardare i rifiuti divorare la sua terra e le polveri di amianto saturare il suo cielo. A venticinque chilometri da Napoli, nei comuni di Giuliano, Qualiano, Acerra e Villaricca, il gregge pascola prima di essere abbattuto e gli agnelli, uccisi dalla diossina, si decompongono come fiori sui prati. L'eco-mafia, che produce più morti di una qualsiasi altra attività criminale, non è un espediente narrativo e Raffaele Del Giudice non è un attore.
Biùtifil cauntri, il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero, è materiale più reale del reale, è un grande storia di impegno civile sostenuta da una poetica originale, che serve a raccontare un territorio umano e geografico lasciato a se stesso.
{tag Biutiful Cauntri} {tag Rifiuti} {tag Documentaria} {tag Esmeralda Calabria} {tag Andrea D'Ambrosio} {tag Peppe Ruggero}
Rob Gordon, proprietario a Chicago del Championship Vinyl, anomalo negozio di
dischi pop, è scaricato dall'amata Laura. L'abbandono lo porta a un bilancio dei
suoi fallimenti sentimentali, e a crescere. Dal romanzo (1995) di Nick Hornby,
ambientato a Londra Nord, raccontato in 1° persona, sceneggiato in quattro tra
cui J. Cusack, anche coproduttore. Strutturata su monologhi spiritosi e un po'
autolesionistici, detti dal protagonista guardando in macchina, l'aguzza e
garbata commedia si sviluppa a 2 livelli: il negozio con i due maniacali
amici-commessi (il calvo Louiso e il frenetico Black) e la sfilata, in flashback
o al presente, delle Top Five, le cinque fanciulle che, secondo lui, gli hanno
spezzato il cuore. Il film appartiene forse a Cusack, a Hornby e agli
sceneggiatori più che a Frears che, però, contribuisce con la direzione degli
attori, l'intelligenza dei tempi narrativi, l'attenzione ai particolari. Breve
comparsa di Bruce Springsteen e cammeo di T. Robbins capellone. Musiche di
Howard Shore e frammenti di 59 canzoni
{tag Cinestesie} {tag Cinestesie Rock} {tag John Cusack}
FUSOLAB e Street Art
Vernice di chiusura + Presentazione
Domenica 25 marzo, ore 19
“1 + 7” >7 + 1 remix&xpo<
Finissage e remix della mostra di Street Art di omino71
e
“Street art. La rivoluzione nelle strade”
Presentazione del libro di Ennio Ciotta (Bepress, 2011)
a cura del Laboratorio Creativo Fusolab
Omino71 chiude il cerchio.
Il suo viaggio espositivo è iniziato a gennaio con l’anteprima “+1”, installazione di poPster art al Lanificio159.
A febbraio è stata poi la volta di “7+1” expoPsition, che ha visto lo street artist capitolino protagonista di una personale al Fusolab.
Quindi il 2 marzo “40+1” solo poPster expo, allestimento site specific al Rising Love.
Infine “1 + 7” > 7 + 1 remix&xpo<, finissage e remix di “7+1”expoPosition, domenica 25 marzo dalle ore 19 ancora una volta al Fusolab, il Laboratorio Creativo di Via Pitacco.
Ma un finissage fine a se stesso ad un artista irrequieto come omino71 non poteva che stare stretto, e così “1 + 7” >7 + 1 remix&xpo< sarà una vera e propria nuova inaugurazione, o meglio “vernice di chiusura” come l’artista l’ha definita chiedendosi, e chiedendoci: “Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia?”.
Del suo predecessore espositivo “1+7” conserva infatti solo il concept: nuove saranno le 7 opere esposte, ciascuna ancora una volta creata a partire da un oggetto non convenzionale, che sia una giacca o uno skate, un vinile o una bomboletta spray.
E di ogni pezzo si potrà ammirare l’alter ego, l’opera – gemella per soggetto, effimera per vocazione – realizzata dall’artista per le strade di Roma e raccontata dagli scatti della fotografa Jessica Stewart.
Infine il “+1”, l’ospite oversize, un poster 4 metri per 3 dipinto a mano su carta velina in unico esemplare, un’installazione di arte pop(olare) da guardare a testa in su, ribaltando metaforicamente il punto di vista dell’osservatore.
La serata proseguirà con la presentazione di Street art - La rivoluzione nelle strade, il libro di Ennio Ciotta edito da Bepress che riporta interviste esclusive ai protagonisti della scena italiana: Omino 71, Lex & Sten, Morkone, Ozmo, Gec Art, Il Korvo, Lucamaleonte, Martin, Run, Yap Willy, Chekos’art.
Con la street art l’arte scende in strada, trasformando gli angoli della nostra quotidianità in beni comuni dal tono familiare e accattivante. Le città si aprono e si trasformano in vetrine dalle possibilità illimitate. La strada è viva. La rivoluzione parte dalla tecnica, ora veloce, strappata e piena di adrenalina, indispensabile per comunicare messaggi chiari e indelebili. Messaggi che dai muri entrano nel cervello e nel cuore. Una vera e propria rivoluzione raccontata dai protagonisti della scena italiana attraverso dialoghi, racconti e immagini. Ennio Ciotta analizza e fotografa questa urgenza artistica, sociale, culturale e antropologica in maniera lucida e disincantata. Street art: la strada e l’arte sono di tutti.