{tab=Pataterna}
Dotata, fino ai 18 anni, di erre moscia, si contraddistinse nel 1993 alla recita della scuola elementare per la frase al microfono: “Senza il terrore dei carri armati” e audio: “Senzailtevvovedeicavviavmati”). Da quel giorno si chiuse nel silenzio. Nel 2007, a 23 anni, ne riemerse con Sto bloggata con la sghiena, un blog che racchiude le esperienze di una ragazza negli anni più difficili, quelli in cui ci sii chiede: ma meglio il perizoma o la mutanda a coulotte?.
{tab=Il libro}
Pataterna è così: dice parolacce, ha la frangetta, piange in metropolitana, parla solo napoletano, ha un “amoregiàmio”, ha preso una stanza in affitto ed è andata a studiare a Roma. Ma: “All’Università nessuno se ne fotte di quello che devi fare, il voto te lo danno sulla base di quanti infatti dici all’esame”. Dallo psicologo ci va perché è confusa, e il suo monologare è un flusso inarrestabile, una confessione esilarante, un rap sincopato, un’esagerazione continua. Pataterna ha una fantasia sfrenata (non a caso è “Padreterna”...), parla agli amici, ai cinesi, a Barack Obama, a tutti quelli che la vogliono ascoltare. Sogna di fare il discorso a reti unificate alla vigilia di Natale. In breve, la sua storia è questa: “A undici anni sono cresciuta di dieci centimetri, ho fatto il culo di vacca a panettone che mi porto dietro con l’autorizzazione della comunità europea, la mia prima ceretta mi ha fatto perdere circa sei chili di peso. Poi mi sono comprata “Memo memoria e metodo” ogni lunedì in edicola che il primo numero costava mille lire e l’ultimo 29.900. Il risultato garantito a me mi ha schifato, forse era meglio se mi abbonavo a “Uncinettomania”. Cresco, lo giuro.
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